Il Parlamento inglese ha detto “si”: la Brexit si può fare

I Pari hanno accettato la supremazia della Camera dei Comuni nella notte di ieri, lunedì 13 marzo, dopo che i parlamentari hanno rovesciato gli emendamenti volti a garantire i diritti dei cittadini dell’UE nel Regno Unito, dando così al Parlamento un “voto significativo” per l’affare Brexit. La decisione è arrivata dopo un breve periodo di “ping pong”, ovvero quando la legislazione rimbalza tra i due rami del Parlamento a causa di un disaccordo.

Il risultato significa che il governo ha raggiunto il suo obiettivo di passare un disegno di legge “semplice” che si limita semplicemente alla domanda se i ministri possono innescare l’articolo 50 ed avviare il processo formale di Brexit.

Era stato ampiamente previsto, nei giorni scorsi, che il “trigger” sarebbe scattato già oggi, martedì 14 marzo, appena dopo il voto, ma altre fonti hanno suggerito che la May attenderà fino all’ultima settimana di marzo.

Il Parlamento inglese ha detto “si”: la Brexit si può fare

I voti in favore

I parlamentari britannici hanno votato in maniera negativa l’emendamento sui diritti cittadini dell’UE, 335-287, una maggioranza di 48. Il secondo emendamento sull’opportunità di tenere una votazione finale significativa su qualsiasi accordo dopo la conclusione dei colloqui è invece stata votata in maniera favorevole, 331-286, con una maggioranza di 45.

La decisione di non proteggere i cittadini UE, tuttavia, ha lasciato scontenti molti: secondo i detrattori del Brexit, ci saranno intere famiglie che, da queste ore, non si sentiranno più benvenute in Gran Bretagna.

Cosa accadrà in futuro?

Ora rimane il dubbio di cosa accadrà in futuro. Secondo alcuni, i cittadini UE in UK verranno usati come vera e propria “merce di scambio” per cercare delle condizioni di favore nelle trattative del Brexit, tenendo presente che, ovviamente, i politici britannici vogliono che siano garantiti i diritti dei cittadini del Regno già presenti in Europa.

Ma, a detta di alcuni, si tratta esclusivamente di una mossa politica e, alla fine, conti alla mano, a Londra non conviene perdere i posti di lavoro qualificati che sono svolti da persone europee. Le cose cambieranno molto, invece, per i cittadini che avevano deciso di venire nel Regno Unito, in quanto per loro le cose potrebbero essere molto complesse ora che il Brexit sarà completato. Si parla, in ogni caso, di un periodo di due anni, quindi c’è un po’ di tempo ancora.

I mercati come l’hanno presa?

E’ d’obbligo lanciare un’occhiata ai mercati per capire in che maniera hanno reagito. Partiamo ovviamente dal grafico del S&P 500 (sul sito di London Stock Exchange), l’indice principale della Borsa di Londra: nel pre-accordo non si nota alcuna flessione particolare, ma le prossime ore saranno fondamentali per capire in che maniera il trend si potrebbe muovere.

Passiamo ora alla sterlina inglese, in maniera particolare al grafico euro sterlina (sul sito Forex Trading Italia), e notiamo che l’euro è salito improvvisamente contro la divisa britannica, che è scesa anche nei confronti del dollaro americano e, dunque, sta un po’ perdendo valore su tutta la linea. Anche da questo punto di vista, i rischi per la divisa britannica sono notevoli e senza dubbio gli investitori dovrebbero agire con attenzione.