Come comportarsi in caso di puntura di ape, vespe o calabroni

La paura di api, di vespe e calabroni, o meglio delle punture che sono in grado di arrecare, accomuna milioni di italiani. Il terrore del dolore intenso o dello shock anafilattico spinge in molti, alla vista degli insetti, alla fuga. Ma spesso allontanarsi correndo rappresenta la strada più veloce per andare incontro ad una puntura di ape. Sono cinque milioni le punture di api, calabroni e vespe registrate ogni anno nel nostro paese. Ma a preoccupare è la piccola percentuale di soggetti, tra gli uno e gli otto su cento, che subiscono una reazione allergica, anche molto grave, come lo shock anafilattico. Insomma subire una puntura di ape può essere pericoloso ed evitarne le conseguenze, soprattutto per chi ha già sperimentato reazioni allergiche importanti, è vitale.

Come comportarsi in caso di puntura di ape, vespe o calabroni

In caso di puntura di api, o di altri insetti, uno dei primi accorgimenti da mettere in pratica è di controllare l’eventuale presenza del pungiglione nella pelle e, nel caso, di rimuoverlo con un ago. E’ indispensabile evitare pinzette o esercitare pressioni che possano ”spremere” il veleno residuo nel pungiglione. Subito dopo è indicato disinfettare l’area colpita dalla puntura con acqua ossigenata ed applicare del ghiaccio per diminuire l’assorbimento del veleno e la sensazione di dolore. Anche la crema a base di cortisone può essere un rimedio adeguato. In caso di reazioni allergiche, di punture plurime o localizzate in aree particolarmente delicate come l’interno della bocca, il naso o gli occhi, è indispensabile recarsi all’ospedale.