Spazio: scoperto nuovo tipo di oggetto: né stella né buco nero

Una nuova ricerca suggerisce che tali oggetti potrebbero nascondersi anche dai migliori telescopi oggi disponibili.

Un team di studiosi della Johns Hopkins University, negli USA, ha realizzato una serie di simulazioni matematiche i cui risultati suggeriscono l’esistenza di corpi celesti simili a stelle, ma che si comportano ”gravitazionalmente come buchi neri”. Questi oggetti, teoricamente possibili nella teoria delle stringhe, potrebbero nascondersi anche ai migliori telescopi sulla Terra. “Siamo rimasti molto sorpresi“, ha detto Pierre Heidmann, un fisico che ha guidato lo studio. “L’oggetto sembra identico a un buco nero, ma emette luce“, ha spiegato. Il team di astrofisici si è concentrato sulla ricerca di oggetti che potrebbero generare onde gravitazionali, ma che potrebbero passare per buchi neri se osservati con sensori ultra precisi sulla Terra, ha affermato il coautore Ibrahima Bah. “Come facciamo a sapere quando non stiamo di fronte ad un buco nero o un oggetto di questo tipo? Non abbiamo nessun modo per testarlo“, ha detto Bah. “Anche se lo studio di oggetti ipotetici come i solitoni topologici potrebbe aiutarci“, ha spiegato.

Spazio: scoperto nuovo tipo di oggetto: né stella né buco nero

Le simulazioni rappresentano ciò che il team chiama un solitone topologico. I test mostrano un oggetto che sembra una foto sfocata di un buco nero da lontano, ma che appare come qualcosa di completamente diverso da vicino. L’oggetto distorce lo spazio esattamente come fa un buco nero, ma si comporta in modo diverso, poiché gira e rilascia deboli raggi di luce che non sfuggono alla potente attrazione gravitazionale di un vero buco nero. ”La sola possibilità di costruirlo indica che potrebbero esserci altri tipi di corpi celesti nello spazio ancora da scoprire. La luce è fortemente curva, ma invece di essere assorbita come sarebbe in un buco nero, viene diffusa in strani movimenti fino a quando a un certo punto ritorna in modo caotico“, scrive Heidmann. “In questo caso non vedremmo un punto oscuro, ma qualcosa di molto sfocato, il che significa che la luce sta orbitando in maniera caotica intorno all’oggetto“, aggiunge. In precedenza, Bah e Heidmann hanno scoperto modi per costruire solitoni topologici usando la teoria delle stringhe, che riconcilia la meccanica quantistica e la teoria della relatività generale di Einstein. “Queste sono le prime simulazioni di oggetti astrofisicamente rilevanti dalla teoria delle stringhe, poiché possiamo effettivamente caratterizzare le differenze tra un solitone topologico e un buco nero come se fossero viste nel cielo da un osservatore“, ha detto Heidmann. I risultati saranno pubblicati su Physical Review D.