Gli archeologi hanno scoperto resti di cervello e pelle ben conservati di due individui risalenti all’età del bronzo durante gli scavi a Tavşanlı Höyük (tumulo di Tavşanlı) nella provincia di Kütahya, nella Turchia occidentale.
Gli scavi sono iniziati a Tavşanlı Höyük , chiamato il “cuore dell’Anatolia occidentale” e continuano in collaborazione con il Ministero della Cultura e del Turismo e l’Università Bilecik Şeyh Edebali. Poiché Tavşanlı Höyük si trova sulla rotta di transizione tra le regioni dell’Anatolia occidentale e dell’Anatolia centrale, gli studi condotti qui sono cruciali in termini di comprensione della comunicazione interregionale. Gli scavi del tumulo, che si estende su un’area di 45 ettari, sono effettuati dal Dipartimento di Archeologia dell’Università Bilecik Şeyh Edebali. Un team di 25 esperti locali e stranieri accompagna la ricerca condotta sotto la presidenza del professor Erkan Fidan. Secondo gli esperti, la scoperta è stata degna di nota perché era la prima volta che durante gli scavi archeologici a Türkiye venivano rinvenuti resti di pelle, mentre resti di cervello erano stati trovati solo quattro o cinque volte. I resti del cervello e della pelle di un uomo giovane (15-18 anni) e di mezza età (40-45 anni) sono stati preservati attraverso la carbonizzazione, secondo l’Agenzia Anadolu (AA), aggiungendo che gli esperti ritengono che appartenesse a due persone che non erano riuscite a fuggire. le loro case dopo che furono incendiate durante un attacco 3.700 anni fa.

Il professor Erkan Fidan ha dichiarato alla conferenza che il tumulo è l’insediamento più antico della zona e che gli esperti ritengono che fosse la capitale della regione nell’età del bronzo. Ha aggiunto che credono che ci sia stato un attacco su larga scala alla città intorno al 1.700 a.C. e l’intera città fu rasa al suolo. Nel frattempo, il professor Yılmaz Selim Erdal del Dipartimento di Antropologia dell’Università di Hacettepe ha notato che entrambi gli scheletri erano esposti ad elevati livelli di calore, che hanno permesso al cervello di essere preservato all’interno del cranio. Hanno anche notato di aver trovato resti di pelle in uno degli scheletri, tra il torace e l’addome, anch’essi carbonizzati dal calore. È stato sottolineato che, sebbene siano stati pochissimi i casi di resti cerebrali rinvenuti negli scavi condotti in Anatolia, la presenza di pelle umana carbonizzata è considerata “il primo e unico esempio trovato nei periodi archeologici in Turchia”, rendendolo altamente significativo. Gli esperti hanno dichiarato che ora indagheranno sul motivo per cui è stato effettuato l’attacco e su chi lo ha eseguito.