Nel vasto universo, un’interessante scoperta ha catturato l’attenzione degli scienziati: un’enorme concentrazione di stelle nel cielo potrebbe celare un segreto sorprendente, ovvero la presenza di oltre 100 buchi neri di massa stellare. Questo cluster stellare, noto come Palomar 5, si estende per 30.000 anni luce e si trova a una distanza di circa 80.000 anni luce da noi.
Gli ammassi globulari come Palomar 5
sono considerati spesso dei “fossili” dell’Universo primordiale, contenendo tipicamente da 100.000 a 1 milione di stelle antiche che si sono formate contemporaneamente dalla stessa nube di gas. Alcuni di essi, come NGC 6397, sono quasi tanto vecchi quanto l’Universo stesso. La Via Lattea ospita più di 150 di questi ammassi globulari, che rappresentano strumenti preziosi per studiare la storia dell’Universo e il misterioso contenuto di materia oscura delle galassie circostanti.
Oltre agli ammassi globulari
negli ultimi tempi hanno suscitato grande interesse anche i flussi mareali, lunghe distese di stelle che si estendono nel cielo. Grazie ai dati ad alta precisione dell’osservatorio spaziale Gaia, che ha mappato la Via Lattea in tre dimensioni, sono stati individuati più di questi flussi. Si ipotizza che possano derivare dalla disgregazione di ammassi stellari, anche se non è ancora certo.
Palomar 5 si distingue per la sua vasta distribuzione di stelle
e per il lungo flusso mareale che si estende per oltre 20 gradi nel cielo. Gli scienziati, guidati dall’astrofisico Mark Gieles dell’Università di Barcellona, hanno condotto dettagliate simulazioni per comprendere l’evoluzione di questo cluster stellare. In particolare, hanno considerato la presenza di buchi neri di massa stellare, ipotizzando che la loro interazione gravitazionale con le stelle potrebbe aver plasmato la configurazione attuale di Palomar 5.

I risultati delle simulazioni hanno rivelato che la presenza di una popolazione di buchi neri all’interno di Palomar 5
potrebbe aver giocato un ruolo significativo nella formazione del flusso mareale. Si stima che oltre il 20% della massa totale dell’ammasso sia composta da buchi neri, con una proporzione molto più elevata rispetto a quanto previsto. Questi buchi neri, formatisi in esplosioni di supernova quando l’ammasso era ancora giovane, potrebbero influenzare profondamente il destino di Palomar 5.
Le simulazioni indicano che, entro un miliardo di anni, Palomar 5 si dissolverà completamente
lasciando dietro di sé una popolazione di buchi neri che orbitano attorno al centro galattico. Questo scenario suggerisce che altri ammassi globulari potrebbero condividere lo stesso destino, offrendo nuove prospettive sulla formazione e l’evoluzione di questi enigmatici sistemi stellari.
Inoltre, la presenza di buchi neri all’interno degli ammassi stellari potrebbe essere cruciale per la formazione di fusioni di buchi neri binari
inclusi quelli di peso medio, una classe ancora poco conosciuta. Queste scoperte aprono nuove prospettive sulla comprensione della dinamica degli ammassi stellari e sul ruolo che i buchi neri possono svolgere all’interno di essi.
La ricerca, pubblicata su Nature Astronomy, rappresenta un importante passo avanti nella comprensione di questi affascinanti fenomeni cosmici e getta nuova luce sulle intricanti interazioni tra stelle e buchi neri all’interno degli ammassi stellari.
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