Il sabotaggio dei gasdotti Nord Stream e le sue conseguenze
Il sabotaggio dei gasdotti Nord Stream, avvenuto nel settembre 2022, ha avuto ripercussioni significative sul piano geopolitico e ha innescato un evento ambientale straordinario. Tre recenti studi hanno rivelato che l’incidente ha liberato nell’atmosfera e nelle acque circostanti una quantità di metano senza precedenti, pari a 465.000 tonnellate metriche, rappresentando il più grande rilascio di metano mai registrato a seguito di un’azione umana.
Dettagli sull’incidente dei gasdotti Nord Stream
I gasdotti Nord Stream, progettati per trasportare gas naturale dalla Russia alla Germania attraverso il Mar Baltico, hanno subito danni ingenti a causa di un’esplosione sottomarina che ha colpito i tubi NS1 e NS2, situati nei pressi dell’isola di Bornholm, in Danimarca. Questo evento ha provocato una rapida fuoriuscita di gas verso la superficie marina. Sebbene l’autore dell’attacco non sia stato ufficialmente identificato, l’incidente è stato associato alle tensioni derivanti dalla guerra tra Russia e Ucraina.
Risposta alla crisi ambientale
In risposta a questa crisi, la Voice of the Ocean Foundation ha mobilitato un drone sottomarino, noto come glider, per monitorare la situazione. Questo dispositivo ha operato per tre mesi dopo l’esplosione, raccogliendo dati sull’estensione del metano disciolto nelle acque circostanti. I ricercatori hanno integrato le osservazioni dei glider con quelle superficiali ottenute dall’istituto di ricerca tedesco IOW, che ha effettuato misurazioni da un traghetto.

Impatto del metano sull’ambiente marino
Una parte significativa del gas rilasciato è finita nell’atmosfera, mentre una porzione considerevole è stata assorbita dalle acque marine. Nelle fasi iniziali dell’esplosione, i livelli di metano disciolto nelle acque hanno raggiunto picchi fino a 1.000 volte superiori ai valori normali. I ricercatori hanno osservato che:
- Il 14% del Mar Baltico ha mostrato concentrazioni di metano almeno cinque volte superiori alla media naturale.
- Le correnti oceaniche hanno trasportato il metano disciolto in 23 aree marine protette.
Tuttavia, gli effetti di questo evento sugli ecosistemi marini circostanti rimangono incerti, poiché un incidente di tale portata non era mai stato documentato in precedenza.
Preoccupazioni per gli ecosistemi marini
Martin Mohrmann, ricercatore della Voice of the Ocean, ha dichiarato che non esistono dati sufficienti per prevedere gli effetti a lungo termine delle elevate concentrazioni di metano sugli ecosistemi. Sebbene il metano non sia particolarmente tossico, la mancanza di precedenti eventi di simile entità rende difficile formulare previsioni. Anche se basse concentrazioni di metano non risultano dannose, gli effetti delle alte concentrazioni nel lungo periodo rimangono un’incognita.
Rivalutazione della sicurezza dei gasdotti sottomarini
In conclusione, i ricercatori concordano sulla necessità di rivalutare la sicurezza dei gasdotti sottomarini, specialmente in un contesto globale instabile. Mohrmann ha sottolineato l’importanza di rivedere le valutazioni del rischio relative ai gasdotti come i Nord Stream, evidenziando che le stime del 2009, che indicavano una probabilità di fuga di gas di un evento ogni 20.000 anni, sono ora oggetto di discussione. I risultati di questi studi sono stati pubblicati sulla rivista Nature e su Nature Communications, contribuendo a una comprensione più approfondita delle conseguenze ambientali di questo grave incidente.
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