La missione SPHEREx della NASA si prepara a intraprendere un’avventura straordinaria a bordo di un razzo SpaceX Falcon 9. Questo progetto ambizioso ha l’obiettivo di rivelare i segreti dei primissimi istanti dell’universo e di indagare le origini dell’acqua sui pianeti. Durante un periodo di oltre due anni, dalla sua posizione in orbita terrestre, SPHEREx realizzerà quattro mappe infrarosse del cielo, fornendo informazioni senza precedenti sui fenomeni cosmici e sul potenziale di vita al di fuori del nostro pianeta.
Preparativi per il Lancio della Missione SPHEREx
Il 14 gennaio, la sonda SPHEREx è entrata presso Astrotech Space Operations, una struttura situata all’interno della Vandenberg Space Force Base in California. Qui, la sonda sta completando le ultime fasi di preparazione per la sua imminente missione biennale. L’osservatorio, il cui nome completo è Spectro-Photometer for the History of the Universe, Epoch of Reionization, and Ices Explorer, è previsto per il lancio alla fine di febbraio, utilizzando il razzo SpaceX Falcon 9 dal complesso di lancio 4E.

Obiettivi e Capacità di SPHEREx
Una volta raggiunta l’orbita, SPHEREx avrà un ruolo cruciale nell’esplorazione di alcuni dei più affascinanti enigmi dell’universo. Contribuirà alla ricerca dei mattoni fondamentali della vita grazie alla sua avanzata tecnologia infrarossa. Il telescopio sarà in grado di esaminare l’intero cielo, completando quattro mappe dettagliate durante la sua missione. Questi dati offriranno agli scienziati l’opportunità di approfondire questioni fondamentali, come:
- Le origini dell’acqua su pianeti simili alla Terra
- I processi fisici che hanno modellato l’universo nei suoi primissimi istanti
- Le condizioni che hanno portato alla formazione delle galassie
Fasi Finali Prima del Lancio
Prima del lancio, la sonda SPHEREx sarà sottoposta a rigorosi test e controlli finali per garantire il suo perfetto funzionamento. Successivamente, sarà accoppiata con il suo compagno di viaggio, PUNCH (Polarimeter to Unify the Corona and Heliosphere). Questo processo di integrazione è fondamentale per assicurare che entrambi i veicoli spaziali possano operare in sinergia durante la missione, massimizzando così le possibilità di successo nell’esplorazione delle meraviglie dell’universo.