Innovativo Boom Auto-Disponibile per CubeSat
Un team di ricercatori dell’Università dell’Illinois Urbana-Champaign ha sviluppato un boom auto-disponibile, pesante solo 20 grammi, progettato per l’integrazione con elettronica flessibile. Questo boom è destinato all’uso nei CubeSat e realizzato con un composito di fibra di carbonio. È dotato di sensori e LED, elementi essenziali per monitorare e visualizzare il processo di dispiegamento, resistendo alle estreme condizioni ambientali dello spazio.
Importanza della Leggerezza nel Design Spaziale
La leggerezza del design è fondamentale per le strutture spaziali, in particolare per gli strumenti impiegati su satelliti compatti e leggeri, dove ogni grammo conta. Inoltre, la multifunzionalità del boom rappresenta un ulteriore vantaggio, permettendo di ottimizzare le risorse disponibili.
Le Difficoltà nell’Integrazione Elettronica
Il professor Xin Ning, esperto di ingegneria aerospaziale presso il Grainger College of Engineering, ha sottolineato le difficoltà nell’integrare elettronica commerciale in strutture così sottili. Ha dichiarato: “Ci sono stati numerosi vincoli ingegneristici che hanno reso la sfida di rendere l’elettronica resistente all’ambiente ostile dello spazio ancora più complessa”.
Collaborazione e Sviluppo del Progetto
L’idea alla base di questo progetto è emersa circa due anni fa durante una conferenza. Durante l’evento, Ning ha condiviso la sua esperienza nella creazione di strutture spaziali multifunzionali, catturando l’interesse di Juan Fernandez, ricercatore del NASA Langley Research Center. Fernandez ha proposto di integrare dispositivi multifunzionali nelle strutture, piuttosto che limitarsi a una struttura puramente meccanica.

Caratteristiche del Boom Multifunzionale
Il boom, che ospita l’elettronica, è stato realizzato presso il NASA Langley Research Center. Questo componente è costituito da un materiale composito a base di fibra di carbonio e resina epossidica, progettato per essere incredibilmente sottile, paragonabile a un foglio di carta. La sua struttura è arrotolata come un metro a nastro, accumulando energia nelle bobine fino a quando non si dispiega autonomamente nello spazio.
Ostacoli e Soluzioni nel Processo di Sviluppo
Il percorso verso la realizzazione di questo boom non è stato privo di ostacoli. Ning ha affermato: “La Virginia Tech aveva requisiti specifici che abbiamo dovuto rispettare, alcuni dei quali hanno presentato delle sfide”. Tra questi, la lunghezza delle linee di alimentazione e dati di oltre un metro incorporate in un materiale composito spesso come un foglio di carta. Dopo vari test, il team ha optato per fili commerciali sottili rivestiti di isolamento, trovando una soluzione semplice e affidabile.
Elementi Cruciali del Progetto
Un altro elemento cruciale del progetto è un patch di elettronica flessibile e leggera, che include:
- Un sensore di movimento
- Un sensore di temperatura
- Un LED blu
Tutti questi componenti sono posizionati sulla punta del boom. L’elettronica deve resistere a condizioni termiche estreme e al vuoto dello spazio, mantenendo al contempo la flessibilità necessaria per sopportare il rapido dispiegamento del boom arrotolato.
Esperimenti e Simulazioni per il Futuro
Il team di Ning ha condotto una serie di esperimenti e simulazioni a terra per studiare la meccanica del boom bistabile e il comportamento di dispiegamento e vibrazione dell’elettronica flessibile. Questi studi fondamentali potrebbero fornire preziose informazioni per futuri progetti di strutture spaziali multifunzionali.
Prospettive Future per il CubeSat
Il CubeSat a tre unità della Virginia Tech, dotato di questo boom multifunzionale, è previsto per il lancio nel 2025. Ning ha concluso: “Stiamo anche lavorando per migliorare la durabilità dell’elettronica flessibile nello spazio, cercando modi per proteggerla affinché possa funzionare più a lungo in un ambiente così ostile”.
Documentazione della Ricerca
Questa ricerca è stata documentata nell’articolo “Booms compositi ultrafini bistabili multifunzionali con elettronica flessibile”, scritto da Yao Yao, Juan M. Fernandez, Sven G. Bilén e Xin Ning, pubblicato il 18 ottobre 2024 su Extreme Mechanics Letters.
Fonti e Riferimenti dell'Articolo: