Protesi ginocchio: meglio la mini invasiva e potenziare i muscoli

Dopo l’impianto di una protesi ginocchio, la 27enne Adriana Piva ha già vinto 3 titoli di Power lifting, la disciplina incentrata sul potenziamento muscolare e la forza. Sulla base della sua storia, che vi racconteremo più avanti, vi spiegheremo perché è importante potenziare i muscoli, soprattutto dopo aver subito un necessario intervento di chirurgia ortopedica mini invasiva per l’impianto di una protesi ginocchio.

Vi spiegheremo anche, nel modo più chiaro possibile, perché è importante ricorrere alla chirurgia mini invasiva per migliorare davvero la qualità della vita anziché incorrere in rischi e controindicazioni conseguenti ad un intervento di protesi tradizionale.

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Protesi ginocchio: meglio la mini invasiva e potenziare i muscoli

La chirurgia protesica al ginocchio adotta sempre più materiali e tecniche innovativi, più sicuri ed efficaci: la tecnica mini invasiva per l’impianto di protesi ginocchio o anca, scelta da specialisti come il Dott. Michele Massaro, chirurgo ortopedico delle Cliniche Humanitas di Milano, è la migliore in assoluto.

E’ necessario ricorrere ad un impianto di protesi ginocchio quando la cartilagine articolare, in tutto o in parte, risulta danneggiata a causa di malattie degenerative (artrosi, artrite reumatoide, gotta, emofilia, ecc.) oppure traumi (da sport o incidenti stradali).

Quando il danno alla cartilagine è grave al punto da invalidare il paziente, la terapia farmacologica non basta più e l’unica efficace e sicura soluzione risulta essere l’impianto di una protesi ginocchio mini invasiva.

In fase di intervento chirurgico, può essere impiantata una protesi ginocchio totale (per rivestire tutto il ginocchio) o parziale (monocompartimentale, quando il danno riguarda un solo compartimento del ginocchio) sostituendo l’articolazione in tutto o in parte per ripristinare il corretto funzionamento articolare e, quindi, il regolare movimento della gamba, riducendo oltretutto il dolore.

La protesi ginocchio, che sostituisce cartilagine ed osso compromessi, è costituita da piatto tibiale e scudo femorale (entrambi in metallo), inserto di scorrimento e protesi di rotula in polietilene. La rotula viene sostituita nei casi di impianto della protesi ginocchio totale. L’intervento comprende 4 passaggi: incisione, rimozione delle porzioni cartilaginee ed ossee compromesse, sostituzione con la protesi ginocchio, sutura e chiusura dell’articolazione.

La chirurgia mini invasiva rispetta il corpo umano preservando (anche nei casi di protesi totale) i legamenti crociati anteriore e posteriore o solo quello posteriore, anche se, in casi più complicati, non è sempre possibile. L’impianto avviene con un risparmio osseo e muscolare, evitando di scollare e tagliare i muscoli inseriti sul femore. L’intervento per l’impianto di protesi ginocchio mini invasiva è sicuro solo se ci si affida ad uno specialista del campo.

Adriana Piva, dopo un incidente in moto, è dovuta ricorrere all’impianto di una protesi ginocchio. Anni dopo, è diventata una campionessa di Power Lifting e nessuno meglio di lei sa quanto sia importante potenziare la muscolatura per preservare l’articolazione e le ossa.

Oggi, ha 27 anni, ed è in grado di sollevare 100 chili (il doppio del suo peso). Vive a Retorbido ed ha già vinto 3 titoli nazionali (tra cui, 2 assoluti) di Power lifting (sollevamento pesi) da autodidatta, senza il supporto di un allenatore. Conosce il suo corpo, i suoi punti deboli, sa allenarsi con criterio e molta attenzione (vietate le improvvisazioni) al solo scopo di aumentare la forza ed ottenere risultati eccezionali.

Quali sono i tempi di recupero? Il paziente, a distanza di qualche ora (un giorno, al massimo) sarà in grado di camminare con le stampelle e, dopo 7-20 giorni le abbandonerà continuando il programma di fisioterapia. Dopo 45 giorni, potrà riprendere le normali attività quotidiane e, dopo 2 mesi, riprenderà l’attività sportiva. Una protesi ginocchio (totale o parziale) può durare dai 20 ai 25 anni. Oltre questo tempo, si consumerà soltanto l’inserto in polietilene, l’unico elemento che dovrà eventualmente essere sostituito.