Terremoto: cosa succede nel sottosuolo del centro Italia

Il terremoto che ha devastato Amatrice, Accumoli ed Arquata del Tronto non è nulla di sorprendente. Le parole degli esperti, nelle ultime ore, descrivono efficacemente come, nel nostro paese, gli eventi sismici così devastanti possano rientrare nella “normalità”. Una normalità alla quale è difficile abituarsi, ma a cui è indispensabile adattarsi. Sono tante le faglie, di grandi e piccole dimensioni, localizzate in pochi chilometri. Un movimento continuo caratterizza queste strutture che danno vita ad una costante “sismicità di fondo”: piccoli terremoti che si susseguono durante gli anni, ma che non vengono affatto avvertiti dalla popolazione. Ma sono le “rotture” di dimensioni maggiori che, provocando una scarica di energia superiore, causano gli episodi sismici ben più devastanti, come il terremoto delle ultime ore.

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Terremoto: cosa succede nel sottosuolo del centro Italia Fonte: Viaggio in Sabinia

Una lunga faglia percorre l’area delle regioni centrali: una formazione che, come nel caso dei Monti della Laga, è ben visibile e deve la sua formazione all’innalzamento del gruppo del Gran Sasso, in un periodo risalente a 2 – 3 milioni di anni. Alcune analisi dei geologi, negli anni passati, avevano già rilevato come la faglia fosse in piena attività portando ad un lieve “sprofondamento” della zona a occidente, dove, tra l’altro, si trova il comune di Amatrice. Ora l’energia scaricata dall’ultimo terremoto, avvertono gli esperti, potrebbe comportare una lunga serie di altre scosse di assestamento.