Mediterraneo: dati satellitari rilevano incremento di grandinate estreme del 30% in 11 anni

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Fonte: Twitter/@giornaleprociv

Da qualche anno a questa parte stiamo assistendo a cambiamenti climatici che portano ondate di calore e siccità con improvvisi fenomeni di grandine letteralmente distruttiva. Sovente in tv o in rete circolano le immagini di chicchi di grandine grossi come noci, a volte anche di più.

Gli scienziati assicurano che le cose peggioreranno; lo afferma uno studio italiano dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Isac), pubblicato sulla rivista Remote Sensing. Secondo lo studio negli ultimi 10 anni nell’area del Mediterraneo i fenomeni temporaleschi associati a grandine sono aumentati in media del 30%. Particolarmente, come detto, risultano in aumento sia i fenomeni intensi nei quali vediamo cadere chicchi tra 2 e 10 centimetri di diametro, sia quelli estremi, caratterizzati da raggruppamenti ghiacciati più grandi di 10 centimetri.

Nello studio leggiamo: “Ogni anno nel bacino del Mediterraneo si verifica un numero elevato di cicloni intensi, che producono un’ampia gamma di gravi impatti socio-economici e ambientali in questa regione densamente popolata. Esempi recenti di tali eventi sono i cicloni extratropicali che producono grandine che hanno colpito la regione, in particolare la Grecia e l’Italia, nell’ottobre-novembre 2021. In realtà, il 2021 è stato un anno molto particolare per forti grandinate in tutta Europa, con 5195 segnalazioni di grandinate (≥2 cm), 871 segnalazioni di grandine molto grande (≥5 cm) e 29 segnalazioni di grandine gigante (≥10 cm) registrate nell’European Severe Weather Database (ESWD) per il periodo gennaio-ottobre 2021”.

Sante Laviola, alla guida del gruppo di ricercatori, spiega: “A differenza dell’Europa centrale, dove questi fenomeni avvengono principalmente in tarda primavera e in estate, nell’Europa meridionale, in particolare nel sud Italia, nella penisola iberica e in Grecia, le grandinate si verificano soprattutto durante la fine dell’estate e in autunno. In questa fase dell’anno si registrano i valori più alti sia per quanto riguarda i fenomeni intensi che per quelli estremi e l’analisi dei trend per il periodo preso in considerazione mostra una tendenza in crescita”.