Il dispositivo è riuscito a produrre ossigeno estraendolo dall’anidride carbonica presente nell’atmosfera del pianeta rosso.
Un nuovo traguardo storico per la NASA che è riuscita a produrre per la prima volta ossigeno su Marte. L’esperimento, iniziato il 20 aprile del 2021, è stato dichiarato concluso oggi, dopo circa due anni dalla sua inaugurazione. Il traguardo è il risultato del lavoro dello strumento MOXIE (acronimo di Mars Oxygen In-Situ Resource Utilization Experiment) e consentirà agli astronauti del futuro di respirare anche sul pianeta rosso nelle colonie umane. Ma non solo per la respirazione umana che l’ossigeno sarà usato usato nelle missioni del futuro. L’estrazione dell’ossigeno dall’atmosfera del pianeta rosso, composta per il 96 percento da anidride carbonica (CO2), consentirà anche di ottenere dei carburanti per i razzi lanciatori, favorendo la strada all’esplorazione negli altri pianeti del Sistema Solare. MOXIE è in pratica una piccola scatola installata sul rover Perseverance. Da quando è stato attivato, lo strumento ha estratto 122 grammi di ossigeno, una quantità paragonabile a quella che respira un cane di piccola taglia per circa dieci ore. Nel primo test ne ha prodotto 5 grammi che avrebbe consentito ad un astronauta di respirare per 10 minuti. Nel suo ultimo test, datato 7 agosto, la produzione del gas è stata di 9,8 grammi di ossigeno ogni ora. Nonostante possano sembrare quantitativi limitati, dimostrano come la tecnologia possa essere usata in futuro. Dispositivi di dimensioni maggiori potrebbero produrre, infatti, quantitativi maggiori di ossigeno, magari da conservare in appositi serbatoi.

“Il funzionamento di MOXIE dimostra come sia possibile produrre ossigeno estraendolo dall’atmosfera del pianeta rosso ricca di CO2 – spiega Pam Melroy, vice amministratrice della NASA che aggiunge come il gas sarà utilizzabile anche per la produzione di carburante. “La produzione di tecnologie che ci permettano di usare le risorse della Luna e di Marte è fondamentale per realizzare delle comunità presenti stabilmente sui due corpi celesti” ha concluso l’ex astronauta. Ma come funziona il MOXIE? Il dispositivo, emette ossigeno molecolare attraverso un processo elettrochimico che separa un atomo di ossigeno da ogni molecola di anidride carbonica. Grazie ad un compressore scroll, un filtro HEPA e diversi riscaldatori, il MOXIE scinde la CO2 a una temperatura di 800 gradi, ottenendo un atomo di ossigeno e monossido di carbonio di scarto, che viene rilasciato dopo essere oggetto di controlli sulla purezza. Ora l’obbiettivo dell’Agenzia Spaziale Statunitense è di realizzare un MOXIE 2.0 più potente, che possa liquefare e immagazzinare l’ossigeno in contenitori più piccoli.