Tirreno: ecco i pericolosi vulcani sottomarini

Ad ogni terremoto registrato nel Tirreno l’attenzione corre spesso al Marsili, molto pericoloso soprattutto per le coste del sud. L’area in cui insiste l’imponente vulcano, il più grande in Europa, è in realtà costellata da vari edifici vulcanici sommersi che si aggiungono ai vulcani già ampiamente conosciuti che circondano il bacino partendo, da nord, dai Colli Albani nel Lazio passando per i Campi Flegrei, Ischia e il Vesuvio fino a raggiungere le Isole Eolie. Insomma un’area molto attiva e che deve la sua formazione a dieci milioni di anni fa con la convergenza tra la Placca Euroasiatica e quella Africana. Proprio l’incontro tra le due zolle ha dato il via alla formazione della catena montuosa appenninica ed a sud il bacino del Tirreno. Insomma una genesi comune come è comune l’attività vulcanica e sismica.

vulcani

Tirreno: oltre al Marsili altri otto vulcani sottomarini Fonte: Nautica Report

Oltre al Marsili, infatti, possono essere individuati altri otto vulcani sottomarini anche molto grandi. Si tratta del Vavilov localizzato a 160 chilometri dal Golfo di Napoli e considerato spento oltre a Sisifo, Enarete ed Eolo, non lontani dalle Isole Eolie. Ma è il Palinuro a destare maggiore preoccupazione. Localizzato ad una distanza di 65 chilometri dal Cilento, il vulcano è considerato attivo e pericolose per la vicina costa. La sua posizione non è lontana dal Glabro, altro imponente complesso a soli 100 metri sotto il livello del mare, oltre ai Monti Lametini ed Alcione, apparati vulcanici gemelli la cui attività non è ancora chiara.