Batterio New Delhi: morto il 40% dei pazienti

I primi dati dell’incidenza del superbatterio scoperto in Toscana.

Il problema della resistenza agli antibiotici è un tema sempre più attuale in Europa. Una particolare tipologia di batteri risulta resistente ai carbapenemi (Cre). E’ il caso del New Delhi, un batterio caratterizzato da una forte resistenza ed al contempo ad una significativa capacità di diffusione provocando infezioni invasive con un alto tasso di letalità; la media di decessi si attesta, infatti, sul 40% dei casi. In ogni caso la Klebsiella, il batterio intestinale che attiva l’antibioticoresistenza, come nel caso del New Delhi, è un batterio presente nell’intestino umano. Rappresenta uno dei cosiddetti ”patogeni opportunisti”, un organismo che di solito non provoca danni, tranne in rari casi, come ad esempio, l’abbassamento delle difese immunitarie.

L’incidenza dei decessi è comunque alta, intorno al 40%. Si tratta, comunque, di un numero che non deve impressionare, vista la presenza dell’infezione in soggetti le cui difese sono già compromesse. Lo stesso numero di morti è indicativo, in quanto è impossibile definire la correlazione tra decessi e infezione, visto che questa agisce come concausa, in un quadro già compromesso. Tra il mese di novembre del 2018 e il 22 settembre scorso, i batteri Ndm sono scoperti nel sangue di 102 pazienti. I casi ”letali” sono stati nel 37% dei pazienti con sepsi, una quota che non si discosta dai numeri registrati, in simili condizioni, dai batteri resistenti agli antibiotici carbapenemici.