Scoperti i ‘superbolt’, 1000 volte più potenti dei ‘classici’ fulmini

L’incredibile energia prodotta da questi fenomeni estremi.

Un nuovo fenomeno atmosferico estremo, e fino ad oggi poco conosciuto, è stato analizzato attraverso le osservazioni del Los Alamos National Laboratory, nel New Mexico. Si tratta dei superbolt: raggi intensi che brillano fino a mille volte più dei normali fulmini. Attraverso una serie di ricerche, effettuate attraverso i satelliti, gli studiosi hanno misurato, per la prima volta, questi ”super fulmini” descritti sulla rivista scientifica JGR Atmospheres. Volevamo analizzare a fondo le proporzioni di questo fenomeno“, spiega Michael Peterson, autore principale della ricerca. Rilevati per la prima volta negli anni ’70, i superbolt vennero descritti come ‘‘fulmini potenti con enormi quantità di energia”. Da allora gli scienziati hanno discusso per anni sulla natura di questi eventi estremamente energetici.

Lampo megaflash GIF SD in larghezza
(Michael Peterson / Los Alamos National Laboratory)

Combinando i dati satellitari con le misurazioni terrestri, i ricercatori hanno anche scoperto come i superbolt appartengano effettivamente ad un diverso tipo di fulmine. Si tratta di eventi rari, prodotti dalla nube a terra con carica positiva. ”Un fulmine ha persino superato i 3 terawatt di potenza, migliaia di volte più forti dei normali fulmini rilevati dallo spazio”, ha dichiarato il team di ricerca. I risultati hanno dimostrato, inoltre, come i superbolt si verificano spesso sull’oceano, dove producono dei megaflash e dove raggiungono centinaia di chilometri di estensione. “È stato dimostrato come i sistemi di tempeste oceaniche, in particolare durante l’inverno, e in particolare quelli situati intorno al Giappone, producono più spesso questi intensi superbolt”, spiegano i ricercatori. Ma i quesiti irrisolti, su questo fenomeno estremo, sono ancora tanti. Solo attraverso nuove misurazione attraverso, strumenti sia in quota che sulla terra, saranno in grado di far comprendere le differenze tra i ”classici” fulmini e quelli estremi osservati sull’Oceano.