Astronomia: scoperti nuovi esopianeti abitabili che potrebbero ospitare “vita aliena”

Sono due volte più grandi della Terra, ricoperti da oceani e posseggono anche una atmosfera ricca di idrogeno ideale per la nascita della vita.

La nuova classe di pianeti abitabili che si trova fuori dal nostro Sistema Solare è stata identificata dagli studiosi dell‘Università di Cambridge. Gli Hycean planets, così soprannominati dagli esperti, potrebbero avere tutte le caratteristiche necessarie per ospitare microrganismi adatti alla vita in condizioni estreme. Questi nuovi corpi celesti, sono due volte più grandi della Terra e potrebbero avere delle temperature che arrivano fino ai 200°C. Nonostante il clima estremo, presentano grandi oceani e posseggono anche una zona abitabile molto grande rispetto agli esopianeti terrestri. “Gli Hycean planets aprono una nuova strada nella ricerca di vita” dichiara l’astrofisico Nikku Madhusudhan, docente presso l’ateneo di Cambridge.

Astronomia: scoperti nuovi esopianeti abitabili che potrebbero ospitare “vita aliena”.

Questi pianeti orbitano intorno a delle nane rosse che si trovano vicine a noi, tra i 35 e 150 anni luce di distanza. “Questo nuovo studio ci ricorda che dobbiamo ampliare i nostri orizzonti e non limitarci a cercare pianeti simili a quelli del nostro Sistema Solare. La vita potrebbe trovarsi anche su corpi celesti molto diversi dai nostri” continua Madhusudhan. Finora infatti, i ricercatori si sono concentrati in gran parte su pianeti simili al nostro : un punto di partenza ragionevole, dato che il nostro mondo roccioso e coperto d’acqua è l’unico che conosciamo che ospita la vita. L’universo pullula di un’enorme diversità di pianeti, alcuni dei quali potrebbero essere abitabili nonostante siano decisamente non terrestri.  I pianeti Hycean sembrano essere incredibilmente abbondanti in tutta la galassia della Via Lattea e potrebbero ospitare vita microbica simile agli “estremofili” che prosperano in alcuni degli ambienti più difficili della Terra.”I pianeti Hycean aprono una strada completamente nuova nella nostra ricerca di vita altrove”, conclude in una dichiarazione l’autore principale dello studio Nikku Madhusudhan.