Israele: scoperte prove di chirurgia cranica risalenti a 3.500 anni fa

Gli archeologi hanno rinvenuto nell’antica città di Megiddo, prove di chirurgia cranica dell’età del bronzo.

Megiddo è un’antica città, i cui resti formano un Tel (un tumulo archeologico), situata nel nord di Israele vicino al Kibbutz Megiddo. Durante l’età del bronzo, Megiddo era un’importante città-stato cananea, abitata da una civiltà di lingua semitica che aveva centri abitati nella regione del Levante meridionale nel Vicino Oriente antico. Megiddo è emersa come un importante centro commerciale, controllando l’attraversamento all’estremità settentrionale della gola di Wadi Ara, che funge da passaggio attraverso la cresta del Carmelo, e dalla sua posizione domina la ricca valle di Jezreel da ovest. Recenti scavi al Tel hanno portato alla luce un luogo di sepoltura, dove gli archeologi hanno trovato il cranio di un maschio adulto con prove di trapanazione. La trapanazione è un intervento chirurgico in cui viene praticato un foro o raschiato nel cranio umano. La perforazione intenzionale del cranio espone la dura madre per trattare problemi di salute legati a malattie intracraniche o rilasciare l’accumulo di sangue sotto pressione da una lesione. Il foro è di dimensioni quadrate, più o meno delle dimensioni di un grosso francobollo, ed è stato praticato con grande cura per non perforare uno strato di tessuto che protegge il cervello. Il team ha trovato due dei pezzi di osso che erano stati staccati dal cranio, suggerendo che l’uomo è morto poco dopo la procedura medica. Un esame dei resti ha mostrato che il cranio presenta diverse anomalie, tra cui un molare extra, un naso rotto che era guarito in modo asimmetrico e un difetto nelle ossa della fronte che non si sono mai fuse correttamente.

Le ossa dell’uomo sono segnate da lesioni coerenti con una malattia infettiva come la tubercolosi o la lebbra. Adiacente alla tomba c’è un’altra sepoltura con lesioni simili sulle ossa, per le quali un’analisi del DNA ha rivelato che era il fratello minore dell’uomo. “Forse erano predisposti ad avere le stesse malattie”, suggerisce Rachel Kalisher, bioarcheologa e studentessa laureata alla Brown University. O “forse vivevano insieme e uno ha contratto la malattia infettiva dell’altro”. Secondo Kalisher, i due fratelli provenivano da un’area domestica direttamente adiacente al palazzo della tarda età del bronzo di Megiddo, suggerendo che i due fossero membri d’élite della società e forse anche reali stessi. I fratelli furono sepolti con pregiate ceramiche cipriote e altri beni di valore e, come dimostra la trapanazione, ricevettero un trattamento che non sarebbe stato accessibile alla maggior parte dei cittadini di Megiddo.