Solar Orbiter scopre stelle cadenti di fuoco sulla corona del Sole

Straordinaria scoperta quella annunciata da un team di astronomi: grazie al Solar Orbiter dell’Esa sono state avvistate palle di fuoco all’interno della corona solare

Il loro aspetto è molto simile a quello dei meteoriti ma mai erano state viste in questa zona dell’universo. La scoperta arriva grazie alle osservazioni del Solar Orbiter dell’Agenzia spaziale europea e al lavoro di un team di esperti dell’Università di Newcastle. Si sono infatti imbattuti in vere e proprie ‘stelle cadenti’ all’interno della corona solare: palle di fuoco molto simili a meteoriti a formare una sorta di pioggia coronale la cui genesi è stata studiata nel dettaglio. Si formerebbero a seguito di un processo di condensazioni nel quale viene ad aggregarsi, in seguito ad improvvisi cali repentini di temperatura in zone molto localizzate del Sole, parte del materiale infuocato della nostra stella. Questo avviene in una zona del Sole, la corona, composta da gas che raggiungono temperature di milioni di gradi: per tale motivo improvvisi ed intensi cali della temperatura danno forma a densi ammassi di plasma di forma sferica che possono raggiungere l’estensione di centinaia di chilometri precipitando verso il Sole.

È la gravità ad attirarli a velocità che possono superare anche i 100 chilometri al secondo. La pioggia coronale, un fenomeno mai visto prima, è stata catturata in una serie di stupefacenti immagini. Inoltre Il Solar Oribter nel restituire le istantanee della pioggia coronale ha raccolto dati sul riscaldamento e sulla compressione del gas sottostante. Consentendo agli scienziati di accertare che il gas ha toccato in pochi minuti il milione di gradi sotto ai grumi. Gli esperti ritengono inoltre che, dal momento che la corona solare è di bassa densità, le stelle cadenti osservate riescano a raggiungere la superficie solare senza disgregarsi, come avviene nella maggior parte dei casi per le meteore che raggiungono la Terra. Ad oggi però gli impatti non sono stati ancora osservati: si ritiene che in seguito ad essi venga a genersrsi un intenso brillamento di breve durata che produce una sorta di ondata di onde d’urto e materiale diretti verso l’alto, andando a riscaldare il gas sovrastante.