Gigantopithecus blacki: la gigantesca scimmia estinta in Cina

Illustrazione paleoartistica di Gigantopithecus blacki, la più grande scimmia primata mai esistita, vicino a un fiume nell'antica Cina

Non comprendiamo completamente l’aspetto di Gigantopithecus blacki, ma questa illustrazione paleoartistica suggerisce che fossero appassionati del glam rock degli anni ’80. (Garcia/Joannes-Boyau (Southern Cross University))

Gigantopithecus blacki, la più grande specie di primate conosciuta, camminava sulla Terra fino a 295.000-215.000 anni fa, quando si estinse misteriosamente in Cina.

Uno studio recente ha rivelato che la gigantesca scimmia non è riuscita ad adattarsi a un ambiente in rapido cambiamento, portando alla sua estinzione.

Nel 1935, l’antropologo Ralph von Koenigswald ha scoperto i primi fossili di Gigantopithecus in una farmacia cinese a Hong Kong. Questi denti e mandibole sono le uniche prove della sua esistenza.

G. blacki, talvolta chiamato “King Kong reale”, era strettamente imparentato con gli oranghi. La sua somiglianza con Re Luigi nel film “Il libro della giungla” è solo una supposizione.

Per capire l’estinzione di G. blacki, i ricercatori hanno esplorato grotte in Cina, raccogliendo campioni di polline, fossili e sedimenti.

Hanno scoperto che l’ambiente era una fitta foresta ideale per G. blacki e gli oranghi circa 2,3 milioni di anni fa.

Tuttavia, circa 600.000 anni fa, l’ambiente è diventato più variabile, causando problemi di adattamento per G. blacki.

Il clima più stagionale ha reso difficile per G. blacki trovare cibo, mentre gli oranghi erano più flessibili nella loro dieta.

Le dimensioni imponenti di G. blacki sono state un ostacolo durante i cambiamenti ambientali. Gli oranghi erano più agili e mobili.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature.

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