Remissione dell’HIV nei bambini: uno studio rivoluzionario

Bambini esposti all’HIV mantengono carico virale indetectable dopo interruzione terapia. Studio NIH mostra progressi verso remissione e nuove prospettive di trattamento.

Consapevolezza dell'HIV nastro rosso tenuto nelle mani di un bambino, che sono tenute nelle mani di un adulto. Tutto in bianco e nero tranne il nastro.
Tutti i bambini hanno iniziato il trattamento dell’HIV entro poche ore dalla nascita. (Alexxndr/Shutterstock.com)

Quattro bambini esposti all’HIV alla nascita hanno mantenuto un carico virale indetectable per più di un anno dopo aver interrotto la loro terapia. Questi bambini fanno parte di uno studio clinico finanziato dai National Institutes of Health (NIH) che mira a raggiungere una remissione dell’HIV, un obiettivo che fino a qualche decennio fa sembrava irraggiungibile.

Lo studio si basa sull’ipotesi che iniziare il trattamento precocemente, entro 48 ore dalla nascita, possa impedire al virus di stabilirsi nel corpo. L’HIV è noto per la sua capacità di nascondersi all’interno delle cellule, il che rende difficile eliminarlo completamente con le terapie attuali.

La dottoressa Jeanne Marrazzo, direttrice dell’Istituto Nazionale di Allergie e Malattie Infettive (NIAID), ha sottolineato che questi risultati dimostrano come un trattamento molto precoce possa sfruttare le caratteristiche uniche del sistema immunitario neonatale per limitare lo sviluppo del serbatoio dell’HIV, aprendo così la strada alla remissione dell’infezione.

Il panorama del trattamento dell’HIV oggi è radicalmente diverso rispetto al picco dell’epidemia degli anni ’90. Grazie ai progressi nella terapia antiretrovirale (ART), le persone sieropositive possono ora condurre vite lunghe e sane, mantenendo il virus sotto controllo in modo che diventi indetectable e non trasmissibile.

La prevenzione dell’HIV è migliorata grazie alla profilassi pre-esposizione (PrEP), anche se la ricerca di un vaccino rimane un obiettivo importante. Grazie a un miglioramento dell’assistenza sanitaria per le donne incinte con HIV, la trasmissione dell’infezione durante la gravidanza, il parto e l’allattamento è diventata meno comune.

Il recente studio ha coinvolto sei bambini, tutti di 5 anni, che hanno interrotto la terapia ART in modo monitorato. Quattro di loro hanno sperimentato una remissione dell’HIV per almeno 48 settimane, con tre di loro che sono ancora in remissione dopo 48, 52 e 64 settimane rispettivamente.

La dottoressa Deborah Persaud, virologa principale dello studio, ha sottolineato l’importanza di un test e di un trattamento neonatale immediato per i neonati potenzialmente esposti all’HIV in utero. Ha anche evidenziato la necessità di monitorare attentamente qualsiasi interruzione del trattamento, poiché alcuni bambini hanno sperimentato sintomi quando i loro carichi virali sono aumentati.

Il team di ricerca sta ora valutando nuovi regimi terapeutici più potenti, poiché i bambini dello studio stavano assumendo le terapie standard in uso da decenni. Non è ancora chiaro perché il sistema immunitario neonatale abbia questa capacità di fermare l’HIV all’inizio, consentendo all’ART di eliminare l’infezione più completamente.

La dottoressa Adeodata Kekitiinwa, investigatrice principale dello studio, ha dichiarato che questo lavoro ci avvicina a un cambiamento di paradigma nell’approccio all’ART, aprendo la strada a un trattamento efficace che potrebbe essere utilizzato per una stagione della vita anziché per tutta la vita.

Il lavoro è stato presentato alla Conferenza del 2024 sui Retrovirus e le Infezioni Opportunistiche, evidenziando il progresso significativo verso la remissione dell’HIV e aprendo nuove prospettive nel trattamento dell’infezione.

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