Perù: l’arte rupestre di 2.000 anni raffigura musica rituale “psichedelica”

In Perù, i grandi pannelli di arte rupestre hanno incuriosito i paleontologi per anni. Con figure umane in movimento e strani motivi geometrici, questi disegni, realizzati 2000 anni fa, potrebbero rappresentare la musica “psichedelica” che veniva suonata nei rituali sciamanici. L’intera esperienza si svolgeva sotto l’effetto di piante allucinogene. Si tratta di una nuova “chiave” per interpretare e scoprire i significati che si celano dietro le incisioni rupestri rinvenute a Toro Muerto, nel sud del Perù. Il sito è noto per preservare una delle più grandi collezioni di arte rupestre del Sud America, con circa 2.500 incisioni realizzate su rocce vulcaniche. Prima del nuovo studio, condotto da ricercatori dell’Università Adam Mickiewicz e dell’Università di Varsavia, entrambe in Polonia, i motivi geometrici venivano interpretati in altri modi. Ad esempio, venivano classificati come simboli di pioggia (acqua), fulmini o addirittura serpenti.

I ricercatori basano la nuova ipotesi per interpretare queste incisioni rupestri sul confronto con l’arte realizzata dai Tukanos, uno dei primi popoli umani a vivere nella regione amazzonica della Colombia. Secondo gli autori della ricerca pubblicata sul Cambridge Archaeological Journal, i membri di questo popolo dipingevano figure geometriche, basandosi su ciò che avevano visto e sentito mentre sperimentavano l’ayahuasca, una bevanda allucinogena ricavata dalla vite di una pianta autoctona. Tra i tratti più comuni ci sono: cerchi concentrici, punti, linee ondulate e zigzag. Questi stessi elementi sono ricorrenti nell’arte rupestre peruviana.

Viaggio in un altro mondo?


Sulla base di questa analogia, i paleontologi suggeriscono che “i motivi geometrici del Toro Muerto, a cui si giustappongono le figure dei danzantes [figure umane con il corpo in movimento], potrebbero essere state rappresentazioni di canti”. “Alcune delle composizioni più complesse, costituite da danze e motivi geometrici lineari, sembrano metafore grafiche di un viaggio verso un altro mondo“, aggiungono i ricercatori. “La congettura logica da seguire è che il ballerino centrale, circondato da linee ondulate, sia, in effetti, ‘circondato’ dalla musica, che – incarnando energia e potere allo stesso tempo – era la fonte del trasferimento in un altro mondo. Inoltre, come suggeriscono gli autori, i disegni potrebbero servire come “una sorta di guida multisensoriale per scoprire ed esplorare questo altro mondo”. Non si sa ancora quali piante allucinogene fossero usate in questi rituali.