Sardegna, scoperti i resti del primo sinapside italiano

Si chiama Alierasaurus ronchii ed è un esemplare unico, scoperto in Sardegna, in provincia di Alghero. Si tratta di un sinapside erbivoro vissuto nell’era del Permiano medio, ovvero tra i 279 e 272 milioni di anni fa. La scoperta dei fossili ha destato non poco scalpore nel mondo scientifico con una pubblicazione sul National Geographic. La ricerca è stata realizzata da un gruppo di studio del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pavia con il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università La Sapienza di Roma, il Museo di Storia Naturale di Milano e il Museum für Naturkunde di Berlino. Già dalle fase iniziali dello scavo è apparsa chiara l’eccezionalità del ritrovamento e le analisi realizzate su alcune parti della testa, delle vertebre e della zampa hanno confermato l’appartenenza dei resti ad un sinapside, un particolare gruppo di vertebrati tetrapodi considerati progenitori dei mammiferi.

Sardegna, scoperti i resti del primo sinapside italiano Fonte: National Geographic

L’animale aveva una lunghezza di sette metri circa, era dotato, inoltre, di un collo corto ed una testa di dimensioni davvero ridotte rispetto al corpo. Si trattava, in pratica, di un essere tozzo con lunghe e spesse zampe anteriori. Anche i denti del sinapside hanno stupito gli esperti. Pare, infatti, che l’intero apparato dentale sia utilizzato dal rettile solo per strappare le foglie degli alberi, senza masticarle. In pratica inghiottiva i rami delle piante, dopo averli triturati con dei piccoli denti sul palato sul quale l’animale comprimeva la sua spessa lingua.