E’ un evento storico quello in atto nei primi giorni del 2019. La sonda Chang’e-4 ha infatti eseguito con successo l’allunaggio atterrando, alle 10.26 orario cinese, le 3.26 italiane, sulla faccia nascosta della Luna. I media locali hanno ufficializzato la notizia: epilogo positivo dunque per la missione avviata il 7 dicembre e portata a compimento con una manovra che mai prima d’ora era stata effettuata, raggiungendo un’area di fatto ancora inesplorata del satellite terrestre. Qui infatti gli sbalzi termici sono fortissimi e questo aspetto, unito alla ridotta illuminazione da parte del Sole, rende le comunicazioni molto difficili. Ma a esattamente 50 anni dallo sbarco degli Stati Uniti sulla Luna con l’Apollo 11, una missione che portò Neil Armostrong ad essere il primo uomo a calpestarne il suolo, è Pechino a conquistare il satellite puntando a diventare la principale potenza spaziale.
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Come riferito dalla televisione di stato cinese CCTV, la sonda ha già inviato al satellite Queqiao, utilizzato come ponte radio per far arrivare i dati sulla Terra, una foto della superficie lunare. Il nome scelto per la sonda è quello di una dea della mitologia cinese: il lancio è avvenuto dalla base di Xichang, e si tratta della seconda lanciata con successo dal Paese orientale sulla Luna. In precedenza ottimi risultati sono infatti arrivati nel 2013 dalla missione del rover Yutu.
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Sono dieci gli esperimenti programmati sul lato ‘oscuro’ della Luna, sei dei quali elaborati dalla cina e quattro da scienziati esteri. Alcuni, in particolare, riguarderanno le basse frequenza radioatronomiche, sfruttando il fatto che in questa zona del satellite non vi sono interferenze; ma sono previsti anche una serie di test relativi a minerali e radiazioni.
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