Coronavirus: sviluppati anticorpi ‘potenziati’ in grado di attaccarlo

In Australia si lavora alla costruzione in laboratorio di una gamma di anticorpi contro il Covid-19 sfruttando l’ingegneria genetica

Una gamma di anticorpi umani in gradi di attaccare il coronavirus. Li hanno costruiti in laboratorio gli esperti del Garvan Institute for Medical Research di Sydney, con il coordinamento dell’immunologo Chris Goodnow. Passo successivo dello studio è la loro ottimizzazione mediante manipolazione genetica, allo scopo di dar forma ad un farmaco antivirale innovativo, costituito sulla base di anticorpi umani geneticamente modificati. Il lavoro arriva dall’Australia e, se i risultati fossero positivi, potrebbe andare a ridurre drasticamente la mortalità da Covid-19, consentendo inoltre di evitare innumerevoli contagi tra anziani e personale sanitario.

Gli scienziati hanno fatto affidamento su una vera e propria biblioteca di geni di anticorpi, frutto di oltre dieci anni di ricerche, ma anche su sequenza genetiche di anticorpi estratti dal sangue di persone guarite dall’epidemia di Sars nel 2003. Il lavoro consiste nel selezionare quelli che con maggiore forza si legano al campo di recettori vincolanti delle proteine a spillo, presenti sulla superficie del coronavirus. Passo successivo consiste nel potenziarli mediante l’ingegneria genetica, al fine di ottenere anticorpi di maggior potenza. Fatto questo verranno prodotti su larga scala per poterne così verificare l’efficacia sull’uomo.

Goodnow ha spiegato che tali anticorpi potrebbero andare a formare, se le prossime sperimentazioni clicniche umane dessero buoni risultati, la base di una terapia di anticorpi monoclonali per offrire immunità immediata al coronavirus. Questo sia per la prevenzione che in fase di trattamento. “Quando cominceremo a testare la procedura su persone infettate e ricoverate in ospedale, prevediamo di ottenere una forte riduzione della quantità del virus. Le terapie con anticorpi monoclonali umani offrono molti vantaggi sui farmaci tradizionali perché la loro azione è molto più mirata e possono essere sviluppati e prodotti in tempi relativamente brevi. In anni recenti tali terapie hanno rivoluzionato il trattamento dei tumori e di alcune malattie autoimmuni”.