Alcuni batteri cambiano ‘forma’ per resistere agli antibiotici. La scoperta

Quando esposto a dosi non letali del farmaco, un microrganismo che vive in acqua dolce lascia la sua postura lineare e assume una forma simile alla lettera “C” per proteggersi e continuare a moltiplicarsi.

Non tutti i batteri soccombono alla somministrazione di antibiotici: alcuni sono in grado di adattare la propria struttura cellulare e mutare forma per resistere alle cure. È il caso del microbo Caulobacter crescentus, un microrganismo presente in molte sorgenti, fiumi e laghi in tutto il mondo. Non è uno degli agenti patogeni più pericolosi per l’uomo, ma è una specie ampiamente utilizzata in diversi esperimenti. D’altra parte, si ritiene che la sua adattabilità possa essere un tratto condiviso con altre specie, ed è per questo che è stato al centro di un recente studio presso le università di Carnegie Mellon, Pennsylvania, e Chicago, Illinois, negli Stati Uniti. Il team ha esposto diversi campioni di Caulobacter crescentus all’antibiotico cloramfenicolo, in quantità che consideravano non mortali. Al microscopio è stato osservato che i batteri hanno continuato a crescere e dividersi, ma la loro forma fisica è cambiata dalla ”linea” iniziale a una sorta di lettera “C” nel giro di 10 ”generazioni” successive. Il loro tasso di crescita, inoltre, è aumentato rispetto ai livelli precedenti il ​​contatto con il farmaco.

Alcuni batteri cambiano ‘forma’ per resistere agli antibiotici. La scoperta

I ricercatori hanno dimostrato che questi “cambiamenti nella forma cellulare funzionano come una strategia di feedback per far sì che i batteri si adattino meglio e sopravvivano agli antibiotici”, ha spiegato il primo autore dello studio Shiladitya BanerjeeQuesti cambiamenti di forma consentono ai batteri di superare lo stress degli antibiotici e di riprendere la loro rapida crescita“, ha detto il biofisico. Il corpo curvo aiuta i batteri in questo senso riducendo il numero di particelle di cloramfenicolo che penetrano nella sua superficie mentre crescono. Resta da verificare se anche altri organismi unicellulari utilizzano la stessa procedura per proteggersi.