Lo spiega uno studio condotto da Samantha Gardener, ricercatrice della Edith Cowan University (ECU).
Secondo i risultati ottenuti dai ricercatori, il quotidiano consumo di caffè aiuterebbe a ridurre notevolmente il rischio di contrarre il morbo di Alzheimer. Sono stati presi in considerazioni i dati di 227 persone anziane che non presentavano declini o problemi cognitivi. La ricercatrice Gardener ha spiegato che nelle persone che hanno partecipato alla studio che consumavano più caffè rispetto agli altri, si riduceva la possibilità di andare incontro alla malattia ed a deterioramenti cognitivi lievi. Questi deterioramenti cognitivi lievi solitamente precedono l’Alzheimer. I ricercatori inoltre hanno dimostrato che consumare caffeina conduce ad un miglioramento di alcune aree del cervello collegate alle funzioni cognitive e quelle esecutive.
La funzione esecutiva è quella che premette il controllo e la pianificazione delle azioni ed è importante anche per il mantenimento dell’attenzione. Sono necessari ulteriori approfondimenti perché bisogna tenere presente le diverse modalità di preparazione del caffè in base al luogo in cui ci troviamo. Gli studiosi ritengono che anche le altre componenti del caffè, quindi non solo la caffeina, sono importanti per ridurre il rischio come il cafestol, il kahweol e l’eicosanoil-5-idrossitriptamide.
