Nuafragio Costa Concordia che fine ha fatto la nave da crociera dopo il disastro?

Per molto tempo è diventata, suo malgrado, parte del paesaggio dell’isola del Giglio, nelle vicinanze della quale è naufragata a causa di un errore di manovra. Ma dopo cosa è successo alla nave da crociera?

Nel giorno della triste ricorrenza per i dieci anni dal naufragio di Costa Concordia, la nave da crociera andata ad incagliarsi, il 13 gennaio 2021, a poche decine di metri dall’isola del Giglio provocando la morte di 32 persone, in tanti si domandano che fine abbia fatto l’imbarcazione, rimasta a lungo incagliata e piegata sul fianco all’entrata del piccolo porto prima di essere rimossa. Ebbene le operazioni per raddrizzarla e farla tornare a galleggiare sono state lunghe e complesse, riuscendo a riciclare, a lavori conclusi, oltre 50mila tonnellate di materiale (in gran parte acciaio) riutilizzati da imprese specializzate. La conclusione delle operazioni per lo smaltimento di ciò che rimaneva della nave è arrivato il 7 luglio 2017 da parte di Genova Industrie Navali, gruppo altamente specializzato sia in riparazione e manutenzione che in ‘trasformazione’ di grandi navi. Vi lavorarono 350 addetti, 200 al giorno in media, con un monte ore complessivo pari a un milione, 78 aziende che hanno dato il loro contributo, recuperando il 90% dei materiali e smaltendo come rifiuti le restanti 8mila tonnellate. L’acciaio recuperato è stato, come sottolineato dall’ad dell’azienda Ferdinanto Garrè, lavorato nella zona di Brescia e “completamente riutilizzato”.

La collaborazione della San Giorgio del Porto con Saipem è stata alla base dello smaltimento della Concordia iniziato a luglio 2014, una scelta non scontata considerato che in precedenza la maggior parte delle demolizioni era stato fatto all’estero. Dopo l’incidente i serbatoi sono stati anzitutto svuotati per poi progettare nei dettagli le operazioni per il raddrizzamento della nave e per il suo galleggiamento, per poi poterla trainare verso Genova dove è arrivata, trainata da rimorchiatori, il 27 luglio 2014. Al suo arrivo a bordo era presente di tutto, mobili e oggetti, stoffe, materassi dunque ognuno si occupava di un particolare materiale e l’impianto elettrico è stato rifatto dagli elettricisti man mano che si demoliva. Si pensava che i lavori sarebbero finiti nel 2016 ma sono proseguiti fino all’anno successivo per via delle grandi attenzioni alla sicurezza dei lavoratori e dell’ambiente. Oggi sul Molo Rosso del porto dell’isola del Figlio è presente una lapida a ricordo della terribile tragedia.