I benefici della vita in natura, basta un’ora al parco per ridurre lo stress psico-fisico

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Fonte: Pexels/Chris J Mitchell

È innegabile che quando ci troviamo nella natura, magari per una passeggiata nel verde o una gita in montagna, ci sentiamo immediatamente meglio, in pace con noi stessi. Il contatto con la natura fa bene, al corpo e alla mente, e lo dice anche la scienza. Un team del Max Planck Institute for Human Development ha pubblicato le sue ricerche su Molecular Psychiatry, sostenendo che anche una passeggiata di un’ora in un’area verde come può essere un bosco, riduce l’attività cerebrale legata allo stress.

Scrivono gli scienziati: “Poiché la vita in città è associata a un aumentato rischio di disturbi mentali come disturbi d’ansia, depressione e schizofrenia, è essenziale capire come l’esposizione agli ambienti urbani e naturali influisca sulla salute mentale e sul cervello. È stato dimostrato che l’amigdala è più attivata durante un’attività di stress nelle aree urbane rispetto agli abitanti delle zone rurali”.

Così studiando 63 soggetti sani e sottoponendoli ad alcuni test hanno rilevato “che l’attivazione dell’amigdala diminuisce dopo la passeggiata in natura, mentre rimane stabile dopo la passeggiata in un ambiente urbano. Questi risultati suggeriscono che fare una passeggiata nella natura può avere effetti salutogenici sulle regioni cerebrali legate allo stress e, di conseguenza, può agire come misura preventiva contro lo sforzo mentale e potenzialmente la malattia”.

Quindi con una sola ora di passeggiata nel verde i benefici ottenuti sono molteplici. Quali?

Ad esempio abbassamento della pressione sanguigna, riduzione di ansia e depressione, miglioramento dell’umore, aumento della concentrazione, sonno migliore, aumento della memoria e guarigione più rapida dalle malattie.

Simone Kühn, neuroscienziato ambientale e capo del Lise Meitner Group for Environmental Neuroscience presso il Max Planck Institute for Human Development ha dichiarato: “I risultati supportano la relazione positiva precedentemente ipotizzata tra natura e salute del cervello, ma questo è il primo studio a dimostrare il nesso causale”.