Porta di Plutone: l’antica porta per gli inferi ad oggi ancora mortale

porta di plutone
Fonte: Twitter/@Facchini75G

Qualora ancora non ne fosse a conoscenza, vi è un luogo in Turchia dove dal terreno si elevano strani vapori, che gli antichi popoli greco-romani utilizzavano nei loro rituali agli dei degli inferi. Il posto in questione, conosciuto anche come la ‘Porta di Plutone’, è un’antica porta per gli inferi che ad oggi è ancora mortale.

La Porta di Plutone è un grande esempio di saccheggio, un tempio religioso dedicato al dio Plutone. È stato riscoperto nel 2013 vicino a una città chiamata Pamukkale nel sud-ovest della Turchia dopo che gli archeologi italiani hanno seguito il percorso di una sorgente termale.

Secondo fonti storiche, questa porta dell’inferno era nota per essere situata da qualche parte a Hierapolis, fondata nel 190 a.C. da Eumene II, re di Pergamo. La città era un luogo celebrato come centro di guarigione, dato che i medici credevano che le sorgenti termali che uscivano dalle sue profondità avessero proprietà curative che potevano guarire i malati e alleviare quelli con disturbi cronici. La città fu infine donata alla Repubblica Romana dopo la morte dell’ultimo re Attalide di Pergamo.

Malgrado Hierapolis avrebbe in seguito svolto un ruolo importante nella diffusione del cristianesimo nel primo secolo d.C., il tempio di Plutone rimase un sito in cui i popoli antichi potevano comunicare con gli dei ctoni, gli dei degli inferi. Il tempio fu costruito con una porta e un’arena circostante che conduceva nella grotta stessa. Ai visitatori era proibito entrare all’interno, ma potevano sedersi su sedili rialzati e osservare i sacerdoti al lavoro. All’alba, questi agenti del divino conducevano i tori all’arena verso il cancello e guardavano mentre l’animale lottava e moriva rapidamente mentre i sacerdoti rimanevano illesi.

I visitatori potrebbero persino prendere parte a questo macabro rituale. Potevano comprare piccoli animali e uccelli che avrebbero poi rilasciato nell’arena. Entrando, gli animali soccombevano al soffio della morte dell’Adeano, lasciando gli spettatori confusi e sbalorditi.

Un racconto registrato da Strabone, un famoso geografo, filosofo e viaggiatore greco, che ha dichiarato: “Questo spazio è pieno di un vapore così nebbioso e denso che si può a malapena vedere il terreno. Ogni animale che passa all’interno incontra la morte istantanea. Ho gettato i passeri e loro hanno subito esalato l’ultimo respiro e sono caduti”.

Tuttavia, tali decessi sono causati dai gas che accompagnano le acque termali che escono da una fessura all’interno della grotta. Nel 2018, i ricercatori hanno esaminato il gas, l’anidride carbonica vulcanica (CO2), e hanno scoperto che la sua concentrazione nell’atmosfera variava a seconda di quanto si era vicini all’ingresso. All’interno dell’arena in cui gli animali sono stati sacrificati, i livelli di CO2 potrebbero essere compresi tra il 4 e il 53%.