Gli archeologi scoprono un’antica città sconosciuta in Spagna

Gli archeologi hanno trovato un’intera città Celtiberica sconosciuta.

I Celtiberi erano un popolo tribale che abitava un’area della penisola iberica centro-nord-orientale. Nel 195 a.C., parte della Celtiberia fu conquistata dai romani e nel 72 a.C. l’intera regione divenne parte della provincia romana di Hispania Citerior. Gli scavi condotti dall’Università Politecnica di Madrid (UPM) hanno trovato le rovine di una città celtiberica che risale a più di 2000 anni fa. Secondo i ricercatori, il sito potrebbe essere la città perduta di Titiakos, una roccaforte celtiberica durante la guerra di Sertoria. La Guerra Sertoria fu una guerra civile combattuta dall’80 al 72 a.C. tra una fazione di ribelli romani (Sertoriani) e il governo di Roma (Sullans) nella penisola iberica. La guerra prende il nome da Quinto Sertorio, capo dell’opposizione, generale e statista romano. “Nonostante la sua rilevanza, questo sito non è mai stato studiato ed è rimasto ignorato. Ad oggi non è stato condotto alcuno studio sistematico che abbia cercato di scoprirne l’importanza storica”, afferma Vicente Alejandre, sindaco di Deza. Parte del motivo per cui le rovine sono rimaste inesplorate è dovuto in parte al fatto che il sito è stato camuffato da una cava adiacente da cui proveniva la pietra della città. A nord-est, in posizione elevata, i ricercatori hanno scoperto anche i resti di un grande accampamento militare romano.

Il team suggerisce che il forte sia stato probabilmente costruito per proteggere la zecca della città dai Sertoriani alleati, poiché gli scavi hanno rivelato elementi bellici e prove di conflitto come proiettili e anche monete provenienti dalla zecca Secondo i ricercatori: “I risultati ottenuti sono rilevanti per l’avanzamento delle conoscenze scientifiche e storiche del mondo celtiberico e romano nel contesto delle guerre sertoriane. Da un lato, segnala l’esistenza della capitale dell’etnia Titiakos e di un accampamento militare romano di notevole importanza. Ulteriori studi sarebbero necessari per confermare questa affermazione con un’indagine geofisica.