Misteriosi ammassi sotto l’Africa e il Pacifico: cosa si nasconde nel mantello terrestre?

Sotto l’Africa e il Pacifico, misteriosi ammassi occupano una percentuale significativa del volume della Terra. Scopri di più sulle teorie riguardanti queste strutture e le tecniche utilizzate per esplorare l’interno del nostro pianeta.

Guardando la Terra, in particolare il continente africano, dallo spazio mentre il sole spunta dietro di essa.

Sotto l’Africa e il Pacifico, misteriosi ammassi occupano dal 3 al 9 percento della Terra. (titoONZ/Shutterstock.com)

Sotto l’Africa e il Pacifico, nella parte più bassa del mantello terrestre che circonda il nucleo terrestre, si trovano due enormi ammassi che occupano una percentuale significativa del volume della Terra. Nonostante non sia possibile osservare direttamente il nucleo terrestre senza mettere a rischio la propria incolumità, esistono tecniche come la tomografia sismica che ci permettono di esplorare l’interno del nostro pianeta. Questa tecnica sfrutta i terremoti, che generano onde di energia che si propagano in tutte le direzioni. Misurando i tremori da diverse posizioni in superficie, gli scienziati possono creare una mappa dell’interno della Terra, riuscendo a identificare le diverse velocità di propagazione delle onde attraverso i diversi materiali presenti nel mantello terrestre.

Grazie a questa tecnica, sono state scoperte due strutture particolari chiamate province di bassa velocità di taglio (LLSVP). In queste aree, le onde sismiche si muovono più lentamente rispetto al mantello circostante. Una di queste strutture, chiamata Tuzo, si trova sotto l’Africa e si stima che abbia un’altezza di circa 800 chilometri, equivalente a circa 90 volte l’altezza del Monte Everest.

Nonostante non si abbia ancora una certezza assoluta sulla natura di queste strutture, ci sono diverse ipotesi valide. Una delle ipotesi principali è che le LLSVP siano accumuli di crosta oceanica che si sono subdotti e accumulati nel corso di miliardi di anni. Un’altra teoria affascinante suggerisce che questi ammassi possano essere frammenti di un antico pianeta chiamato Theia, che avrebbe colpito la Terra circa 4,5 miliardi di anni fa, dando origine alla formazione della Luna. Secondo questa teoria, gli ammassi sarebbero quindi costituiti da materiale più denso del mantello terrestre, proveniente da Theia.

Nel 2021, un team di ricerca ha simulato modelli per verificare la possibilità che il mantello di Theia abbia potuto sopravvivere alla collisione con la Terra. I risultati hanno indicato che il mantello di Theia potrebbe essere solo dal 1,5 al 3,5 percento più denso rispetto al mantello terrestre attuale. Questo suggerisce che la teoria dei frammenti di Theia potrebbe essere plausibile.

Nonostante le incertezze e la mancanza di una visione diretta di questi ammassi, le tecniche di indagine del sottosuolo stanno migliorando costantemente. È solo questione di tempo prima che possiamo svelare il mistero di questi giganteschi ammassi che si nascondono nelle profondità del nostro pianeta.

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