Scoperto testo antico che ha descritto un sisma sconosciuto, avvenuto nelle Marche nel XV secolo

È stato scritto sul foglio di un libro di preghiere del XV secolo.

Alcuni libri posso rivelare sorprese davvero incredibili. A confermarlo è ciò che è accaduto a Paolo Galli, un ricercatore italiano che, mentre esaminava le registrazioni dei terremoti storici avvenuti nel paese, ha scoperto una nota scritta sul foglio di un libro di preghiere ebraico del XV secolo. La nota offre uno spaccato di un terremoto precedentemente sconosciuto che ha colpito le Marche, nel centro Italia. Sebbene le registrazioni dei terremoti in Italia siano considerate tra le più complete dal punto di vista storico, per i periodi precedenti all’era moderna presentano lacune, spesso concentrate in poche limitate regioni. Ad esempio, le Marche, nell’Appennino centrale, non presentano osservazioni sismiche per tutto il XV secolo. “Il patrimonio di fonti storiche in Italia è senza dubbio uno dei più ricchi, ma è altrettanto soggetto a lacune sia temporali che spaziali“, ha affermato Galli in un comunicato. La produzione di documentazione relativa ai terremoti era più povera nello Stato Pontificio, di cui nel XV secolo faceva parte anche la Regione Marche, aggiunge l’esperto. La nota fu copiata nella cittadina marchigiana di Camerino e completata nel settembre-ottobre 1446. Consta di sole otto righe, in cui descrive un terremoto attorno a Camerino che distrusse case, danneggiò il cortile del governatore e devastò città e villaggi, che “divennero un cumulo di pietre” e modificò in gran parte la vita della città. All’epoca uomini e donne ”venivano qui a Camerino vestiti di bianche vesti pallide con i loro cavalli, muli e asini carichi di pane, cibo e vino, per aiutare i poveri”, si legge nella nota. Galli ritiene che la città abbia subito forti scosse, misurando un otto (su 12) sulla scala di intensità Mercalli-Cancani-Sieberg.

Prove preziose


La nota è la principale testimonianza di un terremoto avvenuto nelle Marche nel XV secolo, ha spiegato Galli. I ricercatori avevano precedentemente trovato una petizione del 1446 che chiedeva fondi per restaurare le mura della città e il castello di Petrino, un insediamento a 20 chilometri da Camerino, anch’esso danneggiato da un terremoto. Ad oggi esistono circa 450 osservazioni documentate di siti sismici in Italia a partire dal XV secolo e la metà di questi provengono da una sequenza storica di terremoti nel 1456 nell’Appennino centro-meridionale. I terremoti del 1456 sono ricordati come tra i più forti della storia d’Italia, hanno colpito cinque regioni del Paese uccidendo oltre 30 persone. Lo shock è stato lungo, intenso e sequenziale, sulla base delle cronache storiche. “Nonostante l’abbondanza di fonti storiche, in particolare di un trattato specifico sul terremoto scritto dall’umanista Giannozzo Manetti, non abbiamo ancora certezze sulle diverse aree epicentrali e, quindi, sui parametri delle singole scosse principali – magnitudo ed epicentro – e sulla loro sismica, ha concluso Galli. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Seismological Research Letters.