Fossili marini del periodo Ordoviciano in cima al Monte Everest, come ci sono arrivati?

fossile marino Monte Everest
Fonte: flickr/tian yake

In cima al Monte Everest, la vetta più alta del continente asiatico e della Terra situato nella catena dell’Himalaya, al confine fra Cina e Nepal, sono stati trovati alcuni fossili marini appartenenti al periodo Ordoviciano: si tratta di una scoperta mai vista prima e molti si stanno chiedendo come fossero arrivati fin lì.

Sulla sommità del Monte Everest è possibile trovare il calcare roccioso sedimentario conosciuto come “Calcare di Qomolangma“, dove al suo interno, si trovano una serie di creature marine fossili del periodo Ordoviciano, risalenti a circa 488,3-443,7 milioni di anni fa. Questi fossili si trovano in tutto l’Himalaya e i reperti includono trilobiti, brachiopodi, ostracodi e crinoidi.

Questa scoperta ha portato molti ad ipotizzare ad un’antica grande inondazione che ha avvolto in mondo intero, ma non è propriamente così, infatti, non si tratta altro che di una tettonica a placche.

Quasi tutte le rocce sedimentarie si formano dall’erosione dell’acqua, che macina le rocce nel corso di migliaia o milioni di anni, prima di essere compattate e trasformate sotto pressione in roccia sedimentaria. La roccia sedimentaria e la presenza dei fossili di antiche creature marine indicano che la roccia in cima all’Everest un tempo era sott’acqua. Inoltre, è anche possibile che sia accaduto qualcosa che abbia portato quella roccia oltre gli 8.000 metri sul livello del mare.

La risposta, ad ogni modo, resta la tettonica a placche. L’Everest e l’Himalaya si sono formati in una collisione tra le placche continentali eurasiatica e indiana, iniziata circa 40-50 milioni di anni fa.

IFLScience ha riportato le dichiarazioni rilasciate da Geological Society: “La placca eurasiatica era in parte accartocciata e piegata sopra la placca indiana, ma a causa della loro bassa densità/alta galleggiabilità, nessuna delle due placche continentali poteva essere subdotta. Questo ha causato l’ispessimento della crosta continentale a causa del ripiegamento e della faglia da parte delle forze di compressione che spingono verso l’alto l’Himalaya e l’altopiano tibetano”.