Una pillola che vibra nello stomaco potrebbe curare l’obesità

I ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (MIT), USA, hanno sviluppato una capsula che vibra nello stomaco e aiuta a perdere peso, combattendo così l’obesità. L’invenzione è stata descritta in un articolo pubblicato sulla rivista Science Advances il 22 dicembre. Come sottolineano gli autori dello studio, ingoiare il dispositivo prima di un pasto può creare una sensazione di sazietà, inducendo il cervello a pensare che sia ora di smettere di mangiare. Questo perché, dopo un pasto abbondante, lo stomaco invia segnali al cervello che creano una sensazione di sazietà. Le vibrazioni prodotte dalla capsula ingeribile attivano gli stessi recettori di quando lo stomaco è pieno, quindi in pratica ingannano il cervello facendogli credere una falsa sazietà. I primi test con la pillola sono stati effettuati su animali, ai quali è stata somministrata 20 minuti prima del pasto. Si è potuto osservare che il trattamento non solo stimolava il rilascio degli ormoni che segnalano la sazietà, ma riduceva anche l’assunzione di cibo da parte degli animali di circa il 40%.

Chi vuole perdere peso o controllare l’appetito può assumerlo prima di ogni pasto. Ciò fornirebbe un’opzione che potrebbe ridurre al minimo gli effetti collaterali che vediamo con altri trattamenti esistenti”, afferma il team del MIT, in una dichiarazione rilasciata dall’istituto. Gli animali, inoltre, aumentavano di peso più lentamente durante i periodi in cui venivano trattati con la pillola vibrante. “Il cambiamento comportamentale è profondo e abbiamo il potenziale per superare alcune delle sfide e dei costi associati alla somministrazione di farmaci biologici modulando il sistema nervoso”, aggiunge il team. La versione attuale della pillola è progettata per vibrare per circa 30 minuti dopo aver raggiunto lo stomaco, ma i ricercatori intendono esplorare la possibilità di adattarla per rimanere nello stomaco per periodi più lunghi, dove può essere accesa e spenta secondo necessità.

Fonte:

https://www.science.org/doi/10.1126/sciadv.adj3003