Scoperta una traduzione siriaca più antica nel Vangelo di Matteo

Rinvenuto un capitolo nascosto della Bibbia in una traduzione del Vangelo di Matteo risalente a 1.750 anni fa.

Vecchia grande bibbia

(cdrin/Shutterstock.com)

È stato recentemente rinvenuto un nuovo capitolo della Bibbia, celato all’interno di una traduzione del Vangelo di Matteo risalente a 1.750 anni fa. La scoperta è stata effettuata dal medievista Grigory Kessel, che ha utilizzato la fotografia ad ultravioletti su manoscritti conservati nella Biblioteca Vaticana. Il capitolo nascosto è emerso nel contesto del Progetto Sinai Palimpsests, un’iniziativa di ricerca volta a recuperare testi cancellati e sovrascritti da scribi tra il IV e il XII secolo d.C. I manoscritti palinsesti, in cui il testo originale è stato cancellato o raschiato via per essere riutilizzato, erano piuttosto comuni a causa della scarsità di materiali per la scrittura. Tuttavia, grazie all’illuminazione dei manoscritti con fluorescenza o diverse lunghezze d’onda della luce, è possibile recuperare il testo secoli dopo. Finora, i ricercatori hanno decifrato con successo 74 manoscritti utilizzando questi metodi, ma l’ultima scoperta è particolarmente significativa in quanto contiene una traduzione più antica di un secolo rispetto alle traduzioni greche più antiche, tra cui il Codex Sinaiticus.

Secondo Grigory Kessel, “la tradizione del cristianesimo siriaco conosce diverse traduzioni dell’Antico e del Nuovo Testamento”. Fino a poco tempo fa, si sapeva che solo due manoscritti contenevano la traduzione siriaca antica dei vangeli. Questa traduzione, redatta per la prima volta nel III secolo d.C. e copiata nel VI secolo d.C., non è ancora stata pubblicata integralmente, ma offre dettagli leggermente diversi rispetto alla traduzione greca del capitolo 12 di Matteo. Ad esempio, nel versetto 1 della traduzione greca si legge: “in quel tempo Gesù passò per i campi di grano di sabato; i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere le spighe e a mangiare”, mentre la traduzione siriaca scoperta da Kessel termina con “cominciarono a cogliere le spighe, a sfregarle tra le mani e a mangiarle”.

L’importanza di questa scoperta risiede nella profonda conoscenza dei vecchi testi siriaci e delle caratteristiche della scrittura da parte di Grigory Kessel, che ha permesso di fare un tale ritrovamento. Claudia Rapp, direttrice dell’Istituto per la Ricerca Medievale presso l’Accademia Austriaca delle Scienze, ha sottolineato quanto sia produttiva e significativa l’interazione tra le moderne tecnologie digitali e la ricerca di base nel campo dei manoscritti medievali. È possibile visualizzare il frammento appena scoperto qui. Questo articolo è una versione aggiornata di un precedente articolo pubblicato nell’aprile 2023.

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