Tumori, scoperta la proteina che se alterata li fa crescere

Nell’ambito della lotta ai tumori gli scienziati hanno annunciato la scoperta del ruolo della proteina Cdk9, considerata un ‘guardiano del genoma’

Nell’ambito della lotta ai tumori gli scienziati hanno annunciato la scoperta del ruolo della proteina Cdk9, considerata un ‘guardiano del genoma’

L’annuncio è arrivato a seguito di una ricerca condotta tra Italia e Stati Uniti con il coordinamento dello Sbarro Institute for Cancer Research and Molecular Medicine della Temple University di Philadelphia. Ad essa ha collaborato anche il gruppo di Luigi Alfano, dell’Istituto Nazionale Tumori di Napoli Fondazione Pascale e primo firmatario dell’articolo. E rappresenta una importante novità nel lungo percorso di lotta ai tumori: riguarda una specifica proteina, la Cdk9, della quale è stato scoperto il ruolo tanto da ribattezzarla ‘guardiano del genoma’. Della Cyclin Dependent Kinase 9 è stato infatti scoperto il ruolo nella regolazione della riparazione del Dna, come spiegato nel dettaglio sulla rivista Oncogene.

Entrando nel merito lo studio ha permesso di accertare come, in assenza di tale proteine, vada a privare le cellule malate di un ‘riparatore’ di quelli che sono i danni causati al Dna. Ne deriva che in tal modo esse risultino maggiormente vulnerabili ai trattamenti chemioterapici. La sua mancanza, ha sottolineato il team di Alfano, va ad impattare in modo negativo sul cosiddetto meccanismo della ricombinazione omologa. Altro non è che il processo che va ad evitare la formazione, all’interno della sequenza del Dna, di mutazioni. Di fatto questa proteina controlla il genome della cellula e fa in modo che non vengano a crearsi errori nella sequenza genica. Una sua alterazione, a causa dei tumori, può dunque essere importante per andare ad aumentare il ‘carico mutazionale’, sul quale si basa la trasformazione e progressione del tumore steso.

“La descrizione del ruolo di Cdk9, scoperto da noi nel 1994 – ha dichiarato Giordano – ci apre la strada alla generazione di nuovi inibitori farmacologici che potranno essere utilizzati sia in monoterapia che in combinazione con altri farmaci, già attualmente in uso, per potenziarne l’effetto antitumorale”. Inoltre sarà possibile predisporre nuovi studi “per la valutazione di Cdk9 come possibile nuovo fattore predittivo della risposta a trattamenti farmacologici che agiscono sul riparo del Dna”.