Organoidi fetali: una nuova frontiera nella medicina rigenerativa prenatale

Gli scienziati creano organoidi da cellule fetali per studiare e trattare malformazioni congenite, aprendo nuove prospettive in medicina rigenerativa prenatale.

Embrione nel liquido amniotico
I feti rilasciano cellule nel liquido amniotico durante lo sviluppo e queste possono essere raccolte per la ricerca. (Sebastian Kaulitzki/Shutterstock.com)

Per la prima volta, gli scienziati sono riusciti a creare organoidi dalle cellule shed dai feti nell’utero. Questi “mini organi” sono stati coltivati da cellule polmonari, renali e dell’intestino tenue trovate nel liquido amniotico, aprendo la strada a una migliore diagnostica e trattamenti per varie condizioni congenite.

Gli organoidi sono aggregati tridimensionali di cellule che imitano la struttura, la funzione e la complessità biologica degli organi su scala ridotta. Di solito, vengono creati da cellule prelevate da biopsie e riprogrammate in cellule staminali. Finora sono stati coltivati organoidi di diversi tipi di tessuti, come cervello, cuore e persino testicoli, utilizzati per modellare malattie e testare farmaci.

Questo studio segna un passo avanti poiché gli organoidi sono stati coltivati direttamente da cellule prelevate da gravidanze in corso, anziché da interruzioni di gravidanza. Mattia Gerli, co-autore dello studio, ha sottolineato l’importanza di questa innovazione in un articolo su Nature.

Il team di ricerca ha utilizzato il liquido amniotico come fonte di cellule viventi, superando così alcuni dei problemi incontrati in passato. Hanno potuto studiare i tessuti fetali in fasi più avanzate di sviluppo, prelevando cellule polmonari, renali e intestinali da 12 gravidanze tra la 16ª e la 34ª settimana di gestazione.

Le cellule sono state coltivate in laboratorio e indotte a formare aggregati di tessuto, ognuno esprimendo i geni e le proteine dell’organo di origine. Sebbene non siano ancora stati trattati bambini con questa tecnica, i ricercatori ritengono che possa essere utile per studiare e trattare malformazioni congenite gravi, che colpiscono una percentuale significativa dei neonati in tutto il mondo.

Il team ha anche creato organoidi polmonari da feti con ernia diaframmatica congenita (CDH), un disturbo trattabile durante la gestazione. Hanno osservato che gli organoidi dei bambini con CDH trattati si sono sviluppati in modo diverso rispetto a quelli non trattati, suggerendo un possibile successo nel trattamento.

Paolo De Coppi, uno dei ricercatori, ha sottolineato l’importanza di poter valutare funzionalmente le condizioni congenite prima della nascita, aprendo la strada a monitorare l’efficacia dei trattamenti. Il team spera che con ulteriori ricerche gli organoidi possano essere utilizzati nella medicina rigenerativa e nella modellazione personalizzata delle malattie.

Lo studio completo è stato pubblicato su Nature Medicine, gettando le basi per futuri sviluppi in questo campo innovativo della ricerca medica.

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