Malattie infettive nell’Età della Pietra: un’analisi scientifica

Uno studio scientifico analizza i microrganismi patogeni diffusi nell’Età della Pietra, evidenziando le sfide sanitarie e le malattie infettive affrontate dalle popolazioni antiche.

Uomo neolitico cavernicolo nell'età della pietra che indossa pelle animale tiene carne e osso vicino all'ingresso della caverna.
Gli esseri umani neolitici avevano padroneggiato il fuoco, ma non erano così bravi nella sicurezza alimentare. (Gorodenkoff/Shutterstock.com)

L’Età della Pietra rappresentava un periodo estremamente difficile per la sopravvivenza umana. Oltre alle sfide quotidiane come la caccia ai feroci predatori, la lotta per il cibo e le avversità climatiche, c’era anche la minaccia costante dell’avvelenamento da cibo contaminato, acqua inquinata e persino baci.

Uno studio condotto da scienziati dell’Università di Stoccolma e del Museo di Storia Naturale svedese ha analizzato i microrganismi patogeni diffusi durante l’Età della Pietra in Scandinavia. Lo studio ha coinvolto 38 individui, provenienti sia da comunità di cacciatori-raccoglitori antichi che da insediamenti agricoli neolitici, e ha identificato ben 660 specie microbiche.

Alcuni dei batteri più diffusi erano Yersinia enterocolitica e Salmonella enterica, comunemente associati all’avvelenamento alimentare da carne poco cotta o cibo contaminato da feci. Sebbene oggi l’avvelenamento alimentare sia considerato una malattia di breve durata, con circa 3.000 decessi all’anno solo negli Stati Uniti, durante l’Età della Pietra, senza antibiotici o cure moderne, sarebbe stato ancora più letale.

Un caso significativo è stato quello di Salmonella enterica, riscontrato in due individui infetti sepolti in una tomba della cultura dell’ascia da battaglia a Linköping, che potrebbero averne causato la morte. Nora Bergfeldt, autrice dello studio, ha sottolineato che malattie come Salmonella enterica, facilmente trattabili oggi con gli antibiotici, potevano essere fatali in un’epoca senza cure adeguate.

Neisseria meningitidis, un’altra specie batterica identificata nello studio, è responsabile della malattia meningococcica. Sebbene in genere viva in modo innocuo nella gola e nel naso, può causare gravi malattie in individui con un sistema immunitario debole. Un’epidemia mortale di malattia meningococcica nel 2022 in Florida ha colpito un gruppo di uomini gay e bisessuali, evidenziando la trasmissione ravvicinata del batterio.

Un individuo antico nello studio è stato anche trovato infetto da Yersinia pestis, il batterio responsabile della peste. Tuttavia, nonostante la presenza di malattie temute come la peste, le infezioni trasmesse attraverso il cibo erano più comuni nell’Età della Pietra, come evidenziato dagli studi condotti.

Anders Götherström, professore di archeologia molecolare all’Università di Stoccolma, ha sottolineato che le infezioni alimentari erano più diffuse e problematiche, poiché più persone interagivano, aumentando le possibilità di diffusione dei batteri.

Le malattie trasmesse attraverso il bacio erano comuni anche nell’antichità. Nella Mesopotamia antica, fonti scritte risalenti a circa 4.500 anni fa testimoniano che il baciare fosse parte integrante della vita sociale. Questo comportamento ha contribuito alla diffusione del virus dell’herpes simplex 1, responsabile dell’herpes labiale, che oggi colpisce la maggior parte della popolazione mondiale.

Lo studio, pubblicato sulla rivista Scientific Reports, fornisce importanti spunti sulla diffusione e gli effetti delle malattie infettive durante l’Età della Pietra, evidenziando le sfide sanitarie affrontate dalle popolazioni antiche.

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