Le prime immagini dell’interno apocalittico del reattore nucleare di Fukushima

Gli ingegneri sono riusciti a inviare droni in miniatura in un’area situata direttamente sotto il nocciolo del reattore danneggiato dal terremoto e uno tsunami nel 2011.

Il gestore della centrale nucleare giapponese di Fukushima Daiichi, la Tokyo Electric Power Company Holdings (TEPCO), ha pubblicato lunedì le prime fotografie dell’interno del contenitore primario del reattore maggiormente colpito dall’incidente del 2011. Le immagini a colori e ad alta definizione, scattate giovedì scorso, hanno rivelato per la prima volta l’entità dei danni subiti dalla centrale nucleare. Gli ingegneri sono riusciti a inviare mini-droni in un’area situata direttamente sotto il nocciolo del reattore tredici anni dopo la sua fusione, quando i sistemi di raffreddamento dell’impianto furono danneggiati da un terremoto e il successivo tsunami.


Le immagini mostrano strani oggetti marroni di varie forme e dimensioni appesi da vari punti della struttura. La TEPCO sta cercando di saperne di più sulla posizione e sulle condizioni delle tonnellate di combustibile radioattivo ancora all’interno dell’impianto per facilitarne la rimozione e smantellare l’impianto.

Era l’11 marzo 2011 quando il Giappone venne sconvolto da un terremoto di magnitudo 9.0 seguito da uno tsunami catastrofico. Questo duplice colpo ha portato al disastro nucleare di Fukushima, uno degli eventi più devastanti nella storia della produzione di energia nucleare. La centrale nucleare di Fukushima Daiichi venne colpita duramente dalle onde dello tsunami, provocando il danneggiamento dei suoi reattori e il conseguente rilascio di materiali radioattivi nell’ambiente circostante. Le conseguenze del disastro di Fukushima sono state ampie e durature. Oltre 150.000 persone sono state evacuate dalle loro case per evitare l’esposizione alla radiazione. Le perdite umane dirette causate dal disastro stesso sono state relativamente limitate, ma gli effetti a lungo termine sulla salute e sull’ambiente sono ancora oggetto di studio e preoccupazione. Le aree circostanti la centrale nucleare sono state dichiarate zone proibite, costringendo migliaia di persone a lasciare le loro terre e le loro fonti di sostentamento. Le imprese locali hanno subito gravi perdite economiche, e il settore dell’energia nucleare in Giappone è stato messo in discussione. Il disastro di Fukushima ha anche avuto un impatto globale sulle politiche energetiche e sulla percezione pubblica dell’energia nucleare. Ha riacceso il dibattito sull’opportunità di affidarsi a questa fonte energetica, con molte nazioni che hanno rivisto i loro piani per il nucleare o addirittura hanno deciso di abbandonarlo del tutto. Tuttavia, nonostante le tragedie e le sfide che ha portato con sé, il disastro di Fukushima ha anche ispirato un maggiore impegno per l’energia pulita e rinnovabile, spingendo molti governi e aziende a investire in alternative più sicure e sostenibili. A oltre un decennio di distanza, l’eredità del disastro di Fukushima continua a essere sentita. È un promemoria costante dei rischi associati alla produzione di energia nucleare e dell’importanza di una gestione prudente e responsabile delle risorse energetiche del pianeta. Ma è anche una testimonianza della resilienza umana e della capacità di affrontare e superare le sfide più difficili quando ci uniamo come comunità globale.