Due anni di carcere a chi mangia il coniglio: la proposta di Michela Vittoria Brambilla

Che nei piani alti del Governo ci sono state proposte giudicate assurde nel corso della storia d’Italia (e non solo) questo è fuori discussione, ma oggi, Lunedì 30 Marzo 2015, sta tenendo banco la questione dell’ex ministro Michela Vittoria Brambilla, che stavolta vuole andare fino in fondo ad uno dei suoi cavalli di battaglia. L’ex ministro, da tempo al centro di iniziative e discussioni su temi riguardanti animalismo, veganismo e maltrattamento degli animali, è uscita allo scoperto con un possibile decreto che prevede il carcere od una multa per tutti coloro che allevano, esportano, importano, sfruttano per fini economici, maltrattano o ricevano il coniglio, compresa la commercializzazione, di conseguenza anche il cibarsi dello stesso.

E’ una proposta che ha fatto subito scalpore, facendo il giro dell’Italia e dell’Europa. Bisogna ammettere che, dopo cani e gatti, il coniglio è l’animale domestico docile, affettuoso, riservato e più amato dagli italiani, e che nessuno di noi saprebbe resistere allo sguardo innocente di uno di questi batuffoli affettuosi dagli occhi dolci. D’altro canto, il coniglio è da sempre uno dei piatti più amati dagli italiani, specie dalle nonne o durante qualche tipo di festività, ricorrenza e festa, inoltre chi alleva i conigli lo fa per scopi anche economici, dando una quantità di posti di lavoro non indifferente.

Due anni di carcere a chi mangia il coniglio: la proposta di Michela Vittoria Brambilla

Due anni di carcere a chi mangia il coniglio: la proposta di Michela Vittoria Brambilla

La proposta dell’esponente di Forza Italia, Michela Vittoria Brambilla, è stata depositata con lo scopo di dare una dignità ad un animale che ormai fa parte del contesto familiare di milioni di persone, e che non hanno nessuna tutela. La proposta va a sommarsi a quella proposta tempo fa dalla Federazione italiana diritti degli animali e l’Associazione Aaeconigli, che aveva raccolto già 10.000 firme. Questo provvedimento, per quanto non condiviso da tante persone, potrebbe però aggiungersi alla legge 189 contro il maltrattamento degli animali e la commercializzazione di peli di gatto, cane, foche, gusci di tartarughe e tanto altro ancora. Le sanzioni varrebbero anche per tutti coloro che non iscrivono un coniglio all’anagrafe (75 euro) e chi lo iscrive ma non lo dota di microchip (50 euro). Sicuramente potrebbero essere proposte altre misure, come la dimensione della gabbia per il coniglio, le ore di luce ed il numero di pasti. La decisione può essere condivisibile o no, perchè bisogna tenere conto del punto di vista della cura dell’animale ed il rispetto della vita, purtroppo queste normative dovrebbero valere anche per il consumo della carne di coniglio. Seguiranno aggiornamenti, si preannunciano giornate di fuoco per i numerosi fronti animalisti e vegani.