L’epilogo delle sonde Voyager: quando l’umanità era, semplicemente, diversa da quella attuale

Quando la NASA decise di spedire nello Spazio le due sonde Voyager 1 e Voyager 2 era il 1977. Si sapeva ancora molto poco dell’Universo, rispetto ad oggi, ma si credeva di conoscere la Terra e gli esseri che la abitavano perfettamente. La NASA sperava che almeno una delle due sonde varcasse il limite del Sistema Solare e incontrasse nuovi mondi, abitati dagli alieni. Gli scienziati della NASA del 1977, così come l’intera umanità, decise che bisognava introdurre, all’interno delle sonde, qualcosa che indicasse in maniera inequivocabile chi eravamo, cosa cercavamo e dove volevamo arrivare. Fu così che vennero coniati due dischi d’oro: i Golden Record. Su questi dispositivi vennero incise determinate cose: c’erano suoni tipici della Terra come il rumore del mare o degli alberi; un saluto ripetuto in cinquanta lingue diverse (in italiano diceva “Tanti saluti e auguri”); della buona musica (Bach, Mozart, etc.), un messaggio armonioso e di fratellanza del presidente degli USA Jimmy Carter, sì quello del premio nobel per la Pace; infine, vennero messe anche 116 immagini esplicative, spettacolari o semplicemente descrittive della Terra e dei suoi abitanti.

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L’epilogo delle sonde Voyager: quando l’umanità era, semplicemente, diversa da quella attuale – David Harvey

Ad esempio, un corpo umano, calcoli binari, un feto, una madre che allatta, la bellezza di alcuni luoghi e paesaggi, i popoli indigeni e quelli civilizzati, scene di estrema povertà, di modernità dell’epoca, scene di guerra e di amore. Era un modo per far capire agli alieni che avrebbero incontrato le Voyager che noi eravamo fatti in quel modo e che, in fondo, era un bel modo di essere. Eravamo orgogliosi della nostra umanità nel 1977. Qualche settimana fa la Voyager 1 ha contattato la Terra, ha comunicato che è arrivata al limite del Sistema Solare. Dovrebbe esaurire le sue energie a breve e non avere possibilità di vedere alieni o altri mondi. Eppure, una domanda ora balena nella mente degli scienziati, e non solo, la Voyager 1 porta ancora degli elementi che rappresentano la nostra umanità? Siamo ancora quel mondo del 1977? Oggi, quelle immagini dovrebbero essere sostituite con altre più dure, cattive, ma reali? I suoni della natura sono cambiati, di popoli indigeni non ce n’è quasi più traccia. Il mondo è cambiato dal 1977, quando le sonde lasciarono la Terra avendo l’ambizioso obiettivo di incontrare altri esseri viventi nell’Universo infinito e comunicare loro che noi esistevamo?