Scoperto un bruco mangia plastica: una soluzione all’inquinamento?

Un bruco potrebbe salvare l’ambiente dall’invasione della plastica. A renderlo noto è una ricerca condotta dall’Istituto spagnolo di Biomedicina e Biotecnologia della Cantabria e dall’Università di Cambridge. I ricercatori hanno analizzato, in particolare, le abitudini alimentari di un bruco comunemente utilizzato dai pescatori come esca per i pesci. Conosciuto anche come Galleria mellonella o bruco della cera, l’animale, già riconosciuto in grado di mangiare la cera d’api, è anche capace di degradare il polietilene, una delle sostanze plastiche più utilizzate in mercato soprattutto per la produzione delle classiche buste di plastiche per la spesa.

Scoperto un bruco mangia plastica: una soluzione all’inquinamento?

La scoperta è figlia del caso. In pratica la biologa ed apicultrice Federica Bertocchini, dell’istituto spagnolo, stava togliendo i bruchi presenti nelle arnie riponendoli in un sacchetto di plastica. Dopo alcuni minuti la busta mostrava alcuni fori, proprio in corrispondenza dei bruchi. Attraverso dei successivi esperimenti, i ricercatori sono arrivati alla conclusione che un centinaio di questi piccoli animali siano in grado di consumare 92 milligrammi di plastica in dodici ore. Una quota ben superiore a quella raggiunta dai microrganismi in grado di digerire la plastica osservati fino ad ora. Il passo successivo della ricerca è di risalire al tipo di enzima in grado di degradare la sostanza e, nel caso, di riprodurlo in larga scala.