Self control: come mantenere la calma e avere successo

Per definire coloro che riescono ad affrontare anche le situazioni più complesse rimanendo lucidi e imperturbabili si dice spesso che hanno il “sangue freddo”. Queste persone sono a volte tacciate di insensibilità e scarsa empatia. Niente di più falso. La capacità di non farsi travolgere dalle emozioni, ma restare calmi e saper gestire quello che accade senza sbalzi d’umore eccessivi rappresenta una risorsa fondamentale in ogni ambito della vita relazionale e lavorativa. 

Ogni persona ha un carattere diverso e per alcuni può risultare difficile dominare passioni e sentimenti: dal rossore del viso, al tremore della voce e delle mani, sono molti i fenomeni fisici che fanno intravedere che si sta perdendo il controllo della situazione. La buona notizia è che, anche se abbiamo un carattere tendenzialmente impulsivo e focoso, è possibile imparare come gestire al meglio il proprio temperamento.

L’intelligenza emotiva: riconoscere i sentimenti

Un collega ha un atteggiamento strafottente? Il nostro partner mette a dura prova i nostri nervi? Quell’agognato traguardo che ci eravamo prefissati si allontana ulteriormente? Non serve a niente cedere alla tentazione di buttare all’aria una rapporto professionale, una relazione che ha naturalmente degli alti e bassi, oppure gettare la spugna e abbandonare i nostri progetti. Il modo migliore per affrontare le situazioni che ci mettono sotto pressione è quello di non reagire subito, ma di fermaci a riflettere sulla tipologia di sensazioni e sentimenti che si provano di fronte a tale evento. Rabbia? Dolore? Delusione? In questo modo sarà più facile ridimensionare le emozioni. Riprendendo l’esempio del collega maleducato, è giusto riuscire a rispondere a tono, ma senza farsi coinvolgere emotivamente, in quanto ciò può portare ad una “rottura” che potrebbe non giovare dal punto di vista professionale. 

L’intelligenza emotiva, teorizzata dal famoso psicologo americano Daniel Coleman comprende sia la capacità di gestire se stessi che le relazioni con gli altri. Da una parte, quindi, bisogna essere in grado di avere una buona padronanza di sé, riconoscendo quali sono i propri punti di forza e i propri limiti. Inoltre, è necessario, soprattutto in ambito lavorativo, mantenere sempre una forte motivazione e concentrazione sugli obiettivi, a prescindere da impedimenti esterni. Da un punto di vista relazionale, invece, è importante sviluppare l’empatia, perché ci mette nella posizione giusta per osservare, comprendere ed eventualmente “utilizzare” le reazioni degli altri a nostro favore. Nell’ambito dell’empatia rientrano anche le competenze comunicative: per farsi capire bisogna “entrare” quanto basta nella mente dell’altro per comprendere come far arrivare un messaggio in modo efficace. 

Perché l’autocontrollo è vincente

L’autocontrollo è una delle caratteristiche principali dei veri leader, coloro che sanno affrontare anche i problemi più complicati con il giusto distacco, senza farsi sopraffare dall’agitazione, ma mettendo in campo, ad esempio, una buona dose di pensiero laterale, intraprendenza e capacità di leggere gli eventi resistendo ad un troppo sbrigativo giudizio basato esclusivamente sulla connotazione di “positivo” o “negativo”. 

Mantenere la calma aiuta a tenere alto il livello di concentrazione. Se, ad esempio, osserviamo i professionisti delle sfide al tavolo verde durante un’avvincente match, si noterà che tutte le loro azioni sono orientate alla gestione del gioco: anche durante eventuali imprevisti o vincite ingenti, sanno gestire le emozioni, senza lasciare che intralcino la propria tattica.

Nonostante gli anni della scuola siano ormai per alcuni collocati in un passato lontanissimo, ogni giorno ci mette davanti ad un banco di prova che richiede non solo preparazione, ma anche capacità di dominarci. Pensiamo, ad esempio, alla sensazione estremamente frustrante che può derivare da una cattiva gestione del tempo: i compiti giornalieri sembrano moltiplicarsi e le ore restringersi a pochi minuti che volano inesorabilmente uno dietro l’altro. Con la giusta lucidità, sarà possibile capire quali sono le azioni prioritarie e quelle che invece possono essere affrontate in un secondo momento.

Alcuni consigli pratici

Come tutti (o quasi) gli aspetti del proprio comportamento, anche l’autocontrollo può essere sviluppato. Certo, se si è naturalmente “esplosivi”, irascibili e sanguigni, non è ragionevole aspettarsi di trasformarsi da un giorno all’altro in un filosofo zen: i cambiamenti più efficaci sono quelli fatti con consapevolezza, a piccoli passi, senza tirarsi indietro alle prime difficoltà. Le possibilità di esercitare il self control sono praticamente infinite. Si può sfruttare, ad esempio, per ritornare ad aver un buon rapporto con il cibo, evitando stravizi e ritrovando quella forma fisica e quell’energia che, secondo recenti studi, si accompagna a maggiori possibilità di successo sociale. 

Il segreto è quello di riconoscere quelle situazioni, parole e eventi che rappresentano un vero e proprio “detonatore” che fa scattare le reazioni incontrollate. Le emozioni che si provano devono essere “riconosciute”, prima di poterle affrontare. Si può anche cercare di capire in quale punto del corpo questa forte emozione si fa sentire maggiormente. Sarà un aiuto per comprendere le eventuali somatizzazioni di cui si soffre.

Lavorare sull’autostima e sulla fiducia in se stesi contribuirà in modo efficace a non far “perdere le staffe” facilmente, così come sapere quando è il momento di rimandare una decisione importante, perché necessita di un’accurata riflessione. I pensieri che si affollano troppo velocemente rischiano di saturare la mente, meglio rallentarne il flusso, per considerarli accuratamente uno alla volta. 

È incredibile come la gestione delle emozioni sia lasciata spesso al di fuori dei percorsi di studio, quando risulta essere una delle soft skills attualmente più richieste sul lavoro. Si può ovviare con qualche pratica meditativa, utilissima per liberare la mente e ritrovare la pace interiore, oppure con un vero e proprio percorso di psicoterapia, per capire le ragioni dietro ai cosiddetti “trigger” emotivi.