Gli scienziati ricreano due tipi di ghiaccio extraterrestre

La scoperta degli esperti potrebbe aiutare nella comprensione del ghiaccio presente sui satelliti gioviani.

Un team di esperti hanno annunciato la scoperta di due nuove tipologie di ghiaccio salino. Si tratta di nuove sostanze, in grado di formarsi esclusivamente ad alte pressioni e a basse temperature. Questi tipi di ghiaccio potrebbero rappresentare i componenti principali delle superfici ghiacciate dei satelliti come Europa e Ganimede. I cristalli che si producono nel ghiaccio di acqua salata presenti sulla Terra sono molto semplici: con due sole molecole di acqua per cloruro di sodio. Queste sostanze, chiamate anche idrati, presentano una struttura mai vista in natura ed hanno più acqua che sale. Una di queste contiene 13 molecole di acqua per cloruro di sodio, mentre la seconda ne contiene 17. ”Fare scoperte così importanti rappresenta una rarità per la scienza,” spiega l’astrobiologo e autore della ricerca Baptiste Journaux. “Conosciamo bene le come si comportano l’acqua e il sale sulla Terra, ma oltre vaghiamo nel buio totale. E ora abbiamo questi corpi planetari che potrebbero avere dei composti che conosciamo bene ma in ambienti differenti.

La particolare composizione di questa tipologia di ghiaccio potrebbe finalmente spiegare la presenza di striature rosse che osserviamo su alcuni satelliti ghiacciati, tra cui Europa. “Presenta la struttura che gli scienziati planetari aspettavano da tempo,” ha aggiunto Journaux. Secondo gli esperti, le condizioni estreme che hanno replicato in laboratorio potrebbero riprodursi sulle lune di Giove. Per gli studiosi la crosta ghiacciata del satellite potrebbe nascondere degli oceani, nonché una tipologia di ghiaccio più densa sul fondale. Una prospettiva entusiasmante, che potrebbe essere confermata quando la missione JUICE dell’ESA raggiungerà i satelliti gioviani. La ricerca degli esperti illustra come sia la pressione a rappresentare il motore principale della diversità della struttura cristallina del ghiaccio. “La pressione spinge le molecole più vicine, modificandone le interazioni,” spiega Journaux. Dopo aver analizzato la formazione dei nuovi idrati, uno dei due è rimasto stabile anche dopo che la pressione era stata rilasciata. Gli esperti vogliono ora continuare ad effettuare ricerche sul ghiaccio salato, nella speranza di ottenere risultati per confrontarli con la chimica delle lune di Giove.