Scoperta controversa: le impronte rupestri più antiche del mondo potrebbero essere molto più recenti

Impronte di mani e piedi trovate sull’altopiano tibetano potrebbero essere state fatte non più di 1.300 anni fa, sollevando dubbi sulla presenza di antichi bambini ominidi durante l’Età del Ghiaccio.

Impronte di mani e piedi di un bambino preistorico del Tibet

Le impronte dei piedi sono state attribuite a un bambino di sette anni, mentre le impronte delle mani sono state fatte da un dodicenne. (Zhang et al, Science Bulletin 2021 (CC BY-NC-ND 4.0))

Nell’Himalaya, sull’altopiano tibetano, è stata scoperta una serie di impronte di mani e piedi che potrebbero rappresentare la più antica arte rupestre del mondo. Inizialmente, gli archeologi avevano datato queste impronte a circa 200.000 anni fa, ma una nuova analisi mette in discussione questa datazione e suggerisce che potrebbero essere molto più recenti, risalendo a non più di 1.300 anni fa.

Le impronte sono state scoperte per la prima volta nel 2002 vicino alle sorgenti termali di Qiusang in Tibet. Sono state fatte su un tipo di calcare chiamato travertino prima che si indurisse. Inizialmente, sono state datate a circa 20.000 anni fa utilizzando l’analisi della termoluminescenza. Successivamente, nel 2018, è stato scoperto un secondo pannello di impronte nello stesso sito e la datazione dell’uranio-torio ha indicato che le impronte potrebbero essere state lasciate tra 169.000 e 226.000 anni fa.

Le impronte sono state attribuite a due bambini di 7 e 12 anni e sono state celebrate come il più antico esempio di arte parietale del mondo. Inoltre, suggeriscono che antichi bambini ominidi potrebbero aver vissuto sull’altopiano tibetano durante l’Età del Ghiaccio.

Tuttavia, uno studio recente ha sollevato dubbi sulla datazione delle impronte. Gli autori dello studio sostengono che l’uso della datazione dell’uranio-torio è controverso e tende a fornire risultati più alti rispetto alla datazione al radiocarbonio. Inoltre, notano che il pannello di travertino è esposto agli agenti atmosferici, il che potrebbe aver influenzato la stima di età ottenuta dalla datazione dell’uranio-torio.

Gli autori dello studio hanno anche evidenziato che i due pannelli di impronte trovati a Qiusang sono praticamente identici sia nel contenuto che nello stato di conservazione, nonostante uno sia supposto essere molto più vecchio dell’altro. Questo è considerato inspiegabile, soprattutto considerando che il travertino è soggetto all’erosione.

La scoperta di due caratteri di scrittura tibetana incisi sullo stesso pannello di calcare ha sollevato ulteriori dubbi sulla datazione delle impronte. Si ritiene che questo sistema di scrittura sia stato introdotto circa 1.300 anni fa, il che significa che il pannello su cui si trovano le impronte deve essersi indurito negli ultimi 1.300 anni.

Gli autori dello studio affermano che non ci sono prove archeologiche a supporto della presenza di qualsiasi specie umana sull’altopiano tibetano 200.000 anni fa e che le condizioni di congelamento avrebbero reso la regione inabitabile. Pertanto, concludono che le impronte potrebbero essere state fatte contemporaneamente alle iscrizioni tibetane, non più di 1.300 anni fa.

In sintesi, la datazione delle impronte di mani e piedi trovate sull’altopiano tibetano è stata messa in discussione da uno studio recente. Gli autori dello studio sostengono che le impronte potrebbero essere molto più recenti di quanto inizialmente pensato, risalendo a non più di 1.300 anni fa. Questa scoperta solleva dubbi sulla presenza di antichi bambini ominidi sull’altopiano tibetano durante l’Età del Ghiaccio. Lo studio è stato pubblicato nel Journal of Archaeological Science.

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