Un impianto cerebrale potrebbe ripristinare le funzioni cognitive dopo un trauma cranico

Uno studio clinico ha dimostrato che la stimolazione di circuiti cerebrali chiave può migliorare le funzioni cognitive dopo un trauma cranico.

Rendering 3D del cervello umano in blu su sfondo nero con il talamo, una regione a forma di uovo al centro, evidenziata in arancione

Il trattamento mira a una parte del talamo, nascosta nel profondo del cervello. (SciePro/Shutterstock.com)

Un piccolo studio clinico ha dimostrato che un impianto cerebrale potrebbe essere sicuro ed efficace nel ripristinare le funzioni cognitive dopo un trauma cranico. Il trattamento prevede la stimolazione di circuiti chiave all’interno del cervello e ha prodotto risultati promettenti per i cinque partecipanti allo studio, senza causare effetti collaterali gravi. Secondo i dati dei Centers for Disease Control and Surveillance (CDC), nel 2020 ci sono stati oltre 214.000 ricoveri ospedalieri legati a traumi cranici e quasi 70.000 decessi. Questi numeri non includono le persone che sono state trattate solo nel pronto soccorso o che non hanno ricevuto alcun trattamento. I sopravvissuti a un trauma cranico possono affrontare problemi di salute a lungo termine. I sintomi e i rischi variano a seconda della gravità dell’infortunio. Un trauma cranico lieve, come una commozione cerebrale, può risolversi in pochi giorni, ma impatti ripetuti possono causare problemi nel lungo periodo. Un trauma cranico moderato o grave può portare a disabilità permanenti. Le cause più comuni di trauma cranico negli Stati Uniti sono le cadute, gli incidenti legati alle armi da fuoco e gli incidenti stradali. Uno dei partecipanti allo studio, Gina Arata, ha subito un trauma cranico a causa di un incidente stradale nel 2001. L’impianto di un dispositivo nel suo cervello nel 2018 ha avuto un effetto quasi istantaneo nel ripristinare le sue funzioni cognitive. Il dispositivo mira a una regione del talamo chiamata nucleo laterale centrale, che è coinvolta in molti aspetti della coscienza. Nei pazienti con trauma cranico, queste connessioni non si attivano più come prima. Durante lo studio, il dispositivo è stato acceso per 12 ore al giorno per un periodo di 90 giorni. Alla fine del periodo di studio, i partecipanti hanno sostenuto un test per valutare la loro capacità di concentrazione, pianificazione e focalizzazione. Il miglioramento medio nel test è stato del 32%, superiore alle aspettative del team di ricerca. I pazienti hanno riportato miglioramenti significativi nella loro qualità di vita, potendo tornare a svolgere attività che non erano state possibili dopo il trauma cranico. Attualmente, ci sono poche opzioni di trattamento per i pazienti con trauma cranico, ma si spera che questo trattamento possa aprire nuove prospettive. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature Medicine.

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