Le statistiche sulla dislessia rivelano alcune intuizioni interessanti. Non solo i tassi di dislessia variano tra le diverse lingue, ma è anche possibile che alcune persone bilingue siano dislessiche in inglese ma non nella loro lingua madre. La dislessia è una condizione che causa difficoltà nell’ortografia, nella lettura e nella scrittura. Le persone con dislessia hanno problemi nell’identificare i suoni del linguaggio e nell’apprendere come si relazionano alle lettere e alle parole, rendendo difficile la comunicazione scritta. Si ritiene che sia una condizione con cui le persone nascono e che spesso sia ereditaria. Tuttavia, la lingua parlata sembra influenzare la condizione in modo insolito. Secondo la British Dyslexia Association, circa il 10% dei parlanti inglesi è dislessico. Tra i parlanti di altre lingue, la dislessia è significativamente meno comune. Ad esempio, tra i parlanti giapponesi, la prevalenza stimata è del 2-3% per il sistema di scrittura sillabico Kana e del 5-6% per il sistema logografico Kanji. Tassi simili di dislessia si riscontrano anche nei parlanti cinesi, con una prevalenza del 3,9%. Anche in altre lingue europee appartenenti alla famiglia delle lingue indoeuropee, come l’italiano e il francese, i tassi di dislessia sono inferiori rispetto all’inglese. Ciò potrebbe essere dovuto al modo in cui viene testata la dislessia e alla percezione delle difficoltà di apprendimento in diverse culture, o potrebbe riflettere differenze educative tra i paesi. Inoltre, potrebbe essere influenzato dalle caratteristiche innate della lingua stessa. L’inglese e il francese sono lingue con un’ortografia irregolare, che può essere imprevedibile e inconsistente. I suoni della lingua non corrispondono chiaramente alle combinazioni di lettere e ci sono molte irregolarità nella pronuncia e nell’ortografia. Al contrario, l’italiano ha un sistema di scrittura più regolare, con un numero inferiore di grafemi per rappresentare i fonemi. Questo potrebbe spiegare perché i madrelingua italiani possono non avere problemi con la propria lingua, ma sperimentano la dislessia quando imparano l’inglese come seconda lingua. La professoressa Taeko Wydell, esperta di neuroscienze cognitive presso la Brunel University di Londra, ha spiegato che l’irregolarità dell’inglese rende particolarmente difficile per le persone dislessiche padroneggiare la lettura e la scrittura in questa lingua. Questa irregolarità non si verifica in altre lingue come l’italiano, lo spagnolo o il finlandese. Ci sono molte prove che supportano questa teoria. Ad esempio, uno studio del 2013 ha confrontato le abilità di lettura dei bambini che imparano l’inglese, lo spagnolo e il ceco, e ha rilevato che i bambini impiegavano più tempo per acquisire una solida comprensione dell’inglese rispetto alle altre due lingue. Anche gli adulti inglesi hanno difficoltà nella lettura, come dimostra una ricerca del 2015 che ha utilizzato la tecnologia di eye-tracking per mostrare che gli adulti inglesi trascorrono più tempo su ogni parola durante la lettura rispetto a un parlante tedesco. Questo implica che è necessario un maggiore sforzo cognitivo per elaborare l’inglese. Pertanto, se sei una delle persone che sperimentano la dislessia, non aver paura di imparare un’altra lingua: potresti scoprire che è più facile di quanto pensi. Per ulteriori informazioni sulla dislessia, puoi visitare il sito del NHS o ascoltare The Documentary – Dyslexia: Language and childhood – BBC Sounds.
Statistiche sulla dislessia: variazioni tra lingue e influenze bilingue
