Ecco come funziona il laser britannico che colpisce “una moneta a un chilometro di distanza”

I test end-to-end hanno dimostrato con successo la capacità dell’LDEW contro obiettivi marittimi e aerei.

Il Ministero della Difesa britannico e il Defense Science and Technology Laboratory, hanno rivelato ieri nuove immagini “mai viste prima” dei test di combattimento di DragonFire, un sistema di armi ad energia diretta a laser a lungo raggio (LDEW, per il suo acronimo in inglese). I dati sulla portata del sistema durante i test, effettuati a gennaio presso il poligono delle Ebridi del Ministero della Difesa in Scozia, non sono stati divulgati. Tuttavia, secondo i media locali, il laser è in grado di colpire “qualsiasi bersaglio visibile” con tale precisione da poter colpire “una moneta situata a un chilometro di distanza“. DragonFire “ha dimostrato la sua efficacia nel corso di test“, che hanno evidenziato il suo “potenziale molto reale per trasformare la capacità di difesa” del Paese, ha affermato in un comunicato ufficiale il Ministero della Difesa. Tra gli importanti benefici spicca “la riduzione della logistica, dei costi e dei danni collaterali nelle operazioni“.

Si prevede che il DragonFire possa essere utilizzato sia a terra che in mare: contro navi da attacco costiere, sistemi aerei senza pilota e sensori a infrarossi. Secondo il Ministero della Difesa, i test end-to-end hanno dimostrato con successo la capacità dell’LDEW contro obiettivi marittimi e aerei a diverse distanze, altitudini e velocità. Sono stati rilasciati anche video generati dal computer che mostrano come il DragonFire verrebbe installato su una nave da guerra della Royal Naval Navy. Il Comando della Marina spera di poter realizzare questa integrazione delle unità LDEW già all’inizio degli anni ’30. Il sistema DragonFire è attualmente in deposito, mentre i suoi componenti vengono ricondizionati per ulteriori test e si sta lavorando per sviluppare un design che si adatti all’ambiente militare e risulti più compatto.