Antica alleanza tra cacciatori e volpi in Sud America

Sepoltura in Patagonia rivela legame tra cacciatori e volpe estinta. Studio genetico e isotopico conferma relazione speciale. Estinzione legata a cambiamenti climatici e interferenze umane.

Volpe della Patagonia
I ricercatori pensavano una volta che l’animale antico fosse una volpe grigia. Non lo era. (Mariusz Potocki/Shutterstock.com)

Antichi cacciatori-raccoglitori in Sud America potrebbero aver tenuto volpi come animali domestici prima dell’arrivo dei cani domestici sul continente. Le prove di questa inaspettata alleanza provengono da un sito di sepoltura di 1.500 anni fa in Patagonia, Argentina, dove uno scheletro umano sembra essere stato sepolto insieme a una volpe, suggerendo che la coppia potesse condividere un legame speciale durante la loro vita.

Il sito archeologico di Cañada Seca, scoperto nel 1991, contiene i resti di almeno 24 membri di una comunità di cacciatori-raccoglitori. All’interno di una delle fosse di sepoltura, i ricercatori hanno identificato le ossa di un canide sconosciuto, anche se il rapporto tra l’animale e il suo compagno di sepoltura umano rimaneva incerto fino ad ora.

Per risolvere il mistero, gli autori di uno studio condotto in profondità hanno analizzato geneticamente, morfologicamente e isotopicamente le ossa antiche. Ciò ha permesso loro di rivelare che la volpe apparteneva a una specie ormai estinta nota come Dusicyon avus, che vagava in Sud America fino a circa 500 anni fa, e non a una volpe grigia, come si era ipotizzato in precedenza.

I risultati dello studio hanno illuminato il contesto sociale di questa particolare sepoltura multi-specie. Dopo lo studio degli isotopi di carbonio e azoto nelle ossa della volpe, gli autori hanno confermato che l’animale aveva una dieta simile a quella umana, suggerendo un’alimentazione sistematica. Questo indica che la volpe probabilmente fosse un compagno o un animale domestico per i cacciatori-raccoglitori durante l’Olocene tardo.

Il forte legame con gli individui umani durante la sua vita sarebbe stato il fattore principale per il suo inserimento come bene funerario dopo la morte dei suoi proprietari o delle persone con cui interagiva, come indicato dagli autori dello studio. La datazione al radiocarbonio delle ossa dell’animale ha rivelato che è stato sepolto approssimativamente nello stesso periodo dell’umano associato.

Approfondendo il genoma della volpe, gli autori dello studio hanno cercato di determinare la causa dell’estinzione di questo canide perduto da tempo. La divergenza genetica tra D. avus e i cani moderni si è rivelata significativa, escludendo l’ipotesi che la specie sia scomparsa a causa dell’ibridazione con i cani domestici. Invece, si suggerisce che la scomparsa dell’animale sia probabilmente dovuta a una combinazione di cambiamenti climatici e interferenze umane.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Royal Society Open Science.