Le Grotte Preistoriche: Calendari Lunari o Arte Astratta?

Un team di ricercatori ipotizza che le pitture rupestri preistoriche siano calendari lunari, ma uno studio critico mette in discussione questa teoria. Nuove prospettive suggeriscono significati alternativi.

Pittura rupestre calendario scrittura
Segni astratti sulle pitture rupestri paleolitiche sono stati interpretati come numeri e parole. ((CC BY-SA 3.0) tramite Wikimedia Commons)

Le grotte in Europa, Africa e Australasia nascondono pitture preistoriche mozzafiato, capolavori dell’età della pietra che continuano a suscitare dibattiti accesi riguardo ai loro significati e alle loro funzioni. Recentemente, un team di ricercatori ha avanzato l’interessante ipotesi che alcune di queste opere d’arte rupestre siano in realtà dei calendari lunari, caratterizzati dal più antico sistema di scrittura conosciuto al mondo. Tuttavia, uno studio successivo ha messo in discussione queste straordinarie affermazioni.

L’ipotesi, presentata nel gennaio 2023, si concentra sull’arte rupestre europea del Paleolitico superiore, creata principalmente tra 45.000 e 12.000 anni fa. I ricercatori hanno notato che spesso queste pitture raffigurano animali accompagnati da segni astratti come punti o linee verticali, suggerendo che tali simboli potrebbero rappresentare i giorni o i mesi nel calendario lunare.

Per sostenere questa teoria, è stato osservato che il numero totale di notazioni non supera mai il numero 13, corrispondente ai mesi lunari in un anno. Si è ipotizzato che queste sequenze potrebbero segnare i cicli annuali di determinate specie di prede, con una forma a ‘Y’ che indicherebbe il mese in cui un animale specifico partorisce solitamente.

Tuttavia, gli autori della critica più recente hanno evidenziato diversi esempi di sequenze di linee e punti che superano il numero 13, mettendo in discussione l’intera ipotesi del calendario lunare nell’arte rupestre. Hanno anche notato che tutte le specie raffigurate partoriscono nel primo o secondo mese di primavera, sollevando dubbi sul reale bisogno di un sistema artistico o semantico per tenere traccia di questo fatto da parte degli antichi cacciatori-raccoglitori.

Con ulteriori argomentazioni, gli autori hanno contestato l’idea che il simbolo ‘Y’ presente in molte pitture antiche fungesse da forma scritta più antica conosciuta, rappresentando il concetto di “partorire”. Sottolineando le lacune della teoria precedente, hanno concluso che mancano prove concrete a supporto dell’ipotesi che queste opere d’arte preistoriche documentino calendari lunari o sistemi di scrittura arcaici.

Proponendo alternative basate su studi etnografici di arte rupestre più recente, gli autori suggeriscono che simboli astratti come punti potrebbero rappresentare elementi come “api, semi, stelle, gocce di pioggia, capanne, fuochi, tracce o sangue”. Questa nuova prospettiva apre nuove strade di interpretazione per le antiche pitture rupestri, offrendo un’ampia gamma di possibilità di significato. Lo studio è stato pubblicato sul Cambridge Archaeological Journal.